LA GRANDE MUSICA: OTELLO DI GIOACCHINO ROSSINI ALLA SCALA
Otello di Gioacchino Rossini;
direttore: Muhai Tang; regia: Juergen Flimm da un’idea di Anselm Kiefer; Costumi:
Ursula Kurdna; Otello: Gregory Kunde; Desdemona: Olga Peretyatko; Rodrigo: Juan
Diego Florez; Jago: Edgardo Rocha; Elmiro Barberico: Roberto Tagliavini; Emilia: Annalisa Stroppa.
Teatro alla Scala: luglio 2015
Teatro alla Scala: luglio 2015
Coproduzione con la Staatsoper di
Berlino
di Carlo Schiavoni
Giunse tardi “Otello” di Gioacchino Rossini alla Scala: solo nel 1823,
sette anni dopo la prima napoletana del 1816. Vi trionfa Maria Malibran, nel
ruolo di Desdemona, a partire dal 1834, mentre Giuditta Pasta fu Desdemona nel
1832.
Otello comparirà nei
cartelloni scaligeri fino al 1870 per poi scomparire definitivamente. Era
dunque forte l’attesa per il suo agognato ritorno dopo 145 anni di forzato silenzio. Cancella
tuttavia la propria presenza sul podio il venerando Maestro John Eliot
Gardiner. A sostituirlo è chiamato il cinese Muhai Tang, il cui maggior titolo
di merito consiste nell’avere già diretto l’opera , nelle passate stagioni,
alla Opernhaus di Zurigo, allora ancora sotto la gestione Alexander Pereira. La
sua concertazione è greve e, per giunta, manca, completamente, quella tinta
scura che caratterizza l’opera. Come se non bastasse, lo scenografo Anselm
Kiefer abbandona il campo, lasciando grigie quinte a reminiscenza del proprio
operato per il Teatro alla Scala. Il regista Jurgen Flimm, a corto di
idee, adotta l’abusato stratagemma
di spostare l’azione all’epoca in cui l’opera fu composta. Dichiara inoltre di
avere concepito una regia contro il razzismo!
Ma il commento di Alfed de
Musset chiarisce, ancora oggi,
meglio di ogni dissertazione del regista di turno, che opera sia Otello
di Rossini: “L’opera di Othello è un capolavoro; non parlo, ovviamente, del
libretto…..Domina una fatalità terribile, inesorabile. Dal momento in cui
l’azione comincia sino a quello in cui si conclude, la vittima è votata alla
morte. La musica respira incessantemente la più tetra malinconia; nonostante i
gorgheggi, le fanfare e i concetti che si trovano nel testo cantato, tutti i
motivi sono tristemente fratelli; tutti si richiamano, si collegano, sempre più
tetri, fino all’ultimo, quello che annunzia l’arrivo della morte nella camera
nuziale, e che pare il coro invisibile dei demoni che spingono al delitto.
L’Othello di Shakespeare è il ritratto vivente della gelosia, una spaventosa
dissezione del cuore umano. Quello di Rossini non è altro che la triste storia
di una fanciulla calunniata che muore innocente.”
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Desdemona ( Oga Peretyatko) rivela, nel secondo atto, al nobile pretendente Rodrigo ( Juan Diego Florez) di essere già sposa di Otello. ( Crediti fotografici: Teatro alla Scala@Matthias Baus). |
Le note positive vengono almeno
dai solisti di canto. Gregory Kunde, timbro scuro di tenore drammatico, è
l’unico artista che oggi possa affrontare e Otello di Rossini e Otello di
Verdi. Juan Diego Florez conferisce la propria cristallina e pirotecnica
vocalità al nobile Rodrigo. Il tenorino Edgardo Rocha impersona Jago. Olga
Peretyatko, di invidiabile presenza scenica e sicura tecnica vocale, è una
volitiva Desdemona. Ne restituisce i caratteri di un autentico "Sturm und Drang" in musica che ne fanno uno dei personaggi più vividi e moderni, creati dal
genio di Rossini.
Sono ottimi tutti gli altri componenti del cast fino al
gondoliere, Sehoon Moon, scelto tra i giovani dell’Accademia del Teatro, a cui
sono affidate le rime Dantesche: “ Nessun maggior dolore che ricordarsi del
tempo felice nella miseria”.
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