Un giallo che racconta i
dettagli più intimi della comunità gay.
Il film si svolge in un’unica
location, un lago appunto nel sud della Francia,
luogo di ritrovo per
omosessuali che cercano contatti intensi e fugaci.
La macchina da presa, nel
bosco adiacente, riprende fin nei minimi i dettagli ogni genere di rapporti
sessuali: orali, anali, di gruppo, guardone compreso…
Un ragazzo, Frank,
s’invaghisce dell’uomo più bello e desiderato della spiaggia, Michel, ma, una
sera, per caso, lo vede uccidere il suo attuale amante.
Nel frattempo Frank stringe
amicizia con un uomo triste e solitario che si tiene sempre in disparte. Frank,
nonostante abbia paura di Michel, non resiste alla passione (In assenza di un
qualunque emozione e sentimento, sembra solo attrazione fisica/animale) e
inizia una relazione sessuale con lui.
Nel frattempo, un commissario
di polizia comincia a frequentare il lago per indagare sulla morte dell’ex
amante di Michel, intuendo che non si è trattato di un incidente.
Alla fine tutto precipita,
Michel sentendosi messo alle strette uccide in modo efferato altri uomini, per
ultimo il commissario che stava arrivando alla verità.
Cala il buio, Frank si salva
e Michel sparisce per sempre.
Nonostante le immagini
oggettivamente violente, umori e sangue, il film rimane freddo e raggelante.
Dopo l’ennesimo close up sull’ennesima penetrazione quasi ti annoi. Al 66° Festival
di Cannes ha vinto la Queer Palm e il premio per la regia Un Certain Regard.
Se la scommessa del regista
era di fare un film che raccontasse, con immagini esplicite, il sesso promiscuo
e la morte violenta, rimanendo sempre distante, glaciale e imperturbabile: possiamo dire che l’ha vinta.
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