Un uomo molto anziano, pieno di acciacchi e alcoolizzato,
riceve una lettera promozionale che gli comunica la vincita di un milione di
dollari.
Naturalmente è un’esca per vendere un qualche
prodotto.
Lui però ci crede e, a tutti i costi, vuole
andare a ritirare il premio.
A nulla valgono le spiegazioni della moglie e
dei due figli maschi, ormai adulti.
Il minore dei due, però, sta attraversando un
momento particolare della sua vita e, all’improvviso, decide di accompagnarlo in
macchina fino a destinazione.
Comincia così questo viaggio dal Montana al
Nebraska che, attraverso panorami quasi naturalmente cinematografici, dipana un
rapporto padre e figlio attraversato da varie e complesse conflittualità. Il
giovane uomo, prima totalmente insofferente agli atteggiamenti caparbi e
scontrosi del padre, si trova, forse suo malgrado, a entrare in empatia con la
figura paterna che, con la materna, è quella che più di tutte incide sui
percorsi della nostra vita. I due si fermano per una sosta nel paese d’origine
dei genitori, ospiti di parenti con cui da tempo avevano perso i contatti. Lì
li raggiunge anche la madre, una donna semplice ma irresistibilmente
sarcastica, e il fratello maggiore. La notizia della vincita fa velocemente il
giro del paese. Prima quasi tutti cercano di accaparrarsi una fetta di questo
fantastico tesoro poi, quando scoprono che in realtà è solo un’illusione del
vecchio, non si fanno nessun problema a deriderlo senza ritegno. Il film ci
racconta, con struggente tenerezza ma anche con un umorismo intelligente e
acuto (le figure dei due cugini rozzi e ignoranti sono, al tempo stesso,
tristissime ed esilaranti) tutte le miserie che, invariabilmente, fanno parte
dell’essere umano. Il figlio minore, grazie a una serie d’incontri con persone
che hanno conosciuto suo padre da giovane riscopre con gli occhi di un adulto,
colmi di nuova indulgenza, la figura di un uomo, ai suoi occhi di bambino autoritario
e prepotente, che ha molto sofferto e che ha cercato, come quasi tutti, di fare
semplicemente quello che ha potuto. Da nemico del padre diventa suo complice,
fino a diventare lui l’adulto che, con delicatezza e ironia, protegge la
fragilità di un uomo che sta arrivando alla fine della sua vita. I due,
nonostante impedimenti di vario tipo, si rimettono in viaggio e giungono a
destinazione. Il padre deve arrendersi alla verità: non c’è nessun milione di
dollari. Tornando però, il figlio decide di realizzare il sogno di suo padre e
gli compra un pick-up e un saldatore. Rifanno il loro ingresso al paese, il
vecchio al volante, il figlio nascosto sotto il sedile, sfilando davanti agli
sguardi attoniti di tutti quelli che l’avevano preso in giro.
Un film, al tempo stesso, delicato e potente.
Colmo di una lentezza poetica e d’immagini nostalgiche e bellissime: la
fotografia è vero un incanto.
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