“Rompete
le righe”
Elena Dondina |
L’Italia non è un paese
per bambini. Milano non rappresenta un’eccezione e vive da tempo in una
profonda crisi sociale, etica e culturale: le Istituzioni sono assenti, gli
oratori deserti e le famiglie tendono a delegare alle scuole ma, sia quelle
private che pubbliche, risultano spesso carenti dal punto di vista umano ed
intellettuale. Il bambino è sempre più spesso abbandonato al computer e
affidato alla televisione, nella migliore delle ipotesi, sballottato da un corso a
un altro, con l’idea che sia sufficiente fare dello sport, per garantire loro
una crescita serena ed equilibrata. Da gennaio di quest’anno, però, qualcosa è
cambiato: è nato MUBA, il Museo dei Bambini, trovando la sua sede naturale
all’interno dello storico edificio della Rotonda della Besana.
Elena Dondina e' il presidente di fondazione MUBA che, dopo aver
ottenuto l’appalto dal Comune di Milano, a seguito di regolare bando, ha
immaginato e cambiato questo spazio, senza stravolgerne l’identità storica ed
architettonica, per creare il primo centro su misura di bambino, dove gioco e
cultura si esaltano e si integrano reciprocamente, in un continuo e vitale
scambio ininterrotto.
Per comprendere fino in
fondo la reale identità di MUBA e in che cosa si differenzia da quello che
esiste già, si deve procedere per esclusione: MUBA non è un centro
parascolastico di parcheggio bambini dopo la scuola; non è un parco giochi di
divertimento con Playstation e vasche
di palle colorate; non è la succursale di un Museo con visite guidate; non è
una struttura di puro intrattenimento e di babysitteraggio, per sostituire
genitori latitanti o nonni assenti e non ultimo, non è neppure concepito come
un museo americano, improntato a ricostruire la realtà del mondo , su immagine
di un eterno gioco infantile.
Il MUBA è il primo
centro permanente e sperimentale, in Italia, dove i progetti , i laboratori, le
mostre e la libreria, grazie alla collaborazione di studiosi, artisti,
designer, scrittori e personale altamente qualificato e specializzato, sono
concepiti, per offrire cultura e gioco, sempre in divenire e garantendone
l’originalità e la qualità ad altissimo livello. A conferma di questa filosofia
precisa, è stato creato ed attivato il “MUBA books”: nuovo marchio editoriale,
con una collana indirizzata a differenti fasce ed esigenze d’età, slegata dal
percorso tradizionale scolastico. Musica, creatività, riflessione, ambiente,
sperimentazione, sono solo alcuni dei temi introdotti dai singoli volumi, già
pubblicati, come “Rompete le righe”, un libro per i più piccoli, per esplorare
nuovi sistemi pedagogici non tradizionali o i quaderni gioco interattivi, non
solo da leggere ma per far riflettere. Lo stesso criterio, è stato adottato per
le mostre itineranti e a rotazione ogni tre mesi, allestite all’interno del
Museo. Un esempio: “L’essenza e l’eccesso”, con ventiquattro coppie di oggetti,
creata dal designer Paolo Ulian, per capire il rapporto del bambino con
l’oggetto, confrontandolo con quello opposto della società. Parallelamente sono
esposte le scatole infinite, dove visione e gioco, forniscono una panoramica
del contenitore, dall’universale al particolare, sconfinando nella tecnologia,
fino al mondo naturale ed animale.
Il MUBA non significa solo cultura ed impegno
ma anche scoperta e meraviglia: ne sono una testimonianza di questo presupposto
imprescindibile le cabine da mare dell’artista Antonio Catalano, dove i bambini
possono nascondersi al loro interno, ammirare i dipinti misteriosi e ascoltare
la musica, durante il percorso di gioco e scoperta. Al MUBA non si viene solo
per guardare ed imparare ma soprattutto per toccare. Le scatole sonore con
trentadue corde, sono state create per questo.
Il Laboratorio
permanente, per le scolaresche al mattino e per genitori e figli durante i
pomeriggi e i fine settimana, non poteva non essere una sorpresa. Il centro di riuso
creativo dei materiali di scarto Remida, già esistente ed attivo da anni a
Reggio Emilia, è servito come modello ideativo e progettuale, per creare quello
operativo al MUBA. Non giochi tradizionali quindi, ma idee nuove in rotazione e
work in progress costanti, così che
il bambino non possa perdere il naturale gusto dell’invenzione e l’innato
spirito di sperimentazione, anche divertendosi e svagandosi. I genitori hanno
finalmente così l’opportunità di stare insieme con i figli condividendo
l’allegria contagiosa di questo spazio e lo stupore costante del gioco.
La grande avventura del
MUBA è proprio questa ritrovata e continua capacità di osservare il mondo
attraverso lo sguardo del bambino, per crescere insieme e donando a noi stessi
quella prospettiva surreale ed innocente, che avevamo senza di loro,
irrimediabilmente smarrito e dimenticato.
All’estero, nel resto dell’Europa e anche
negli Stati Uniti, con le dovute differenze, c’è sempre stata una particolare
attenzione e dedizione verso la crescita intellettuale e psicologica del
bambino. Come spiegate la perpetrata e continua latitanza nel nostro paese di
un impegno in questo senso da parte delle Istituzioni e della società civile?
Pensate che l’esempio del MUBA, possa creare un precedente? Anche se i progetti
sono sempre iniziativa e a carico di singoli privati?
In Italia si investe da sempre poco in
cultura e istruzione e questo e' un grosso limite alla crescita della nostra
società. La nostra organizzazione è da molti anni impegnata a promuovere la
realizzazione a Milano di un centro permanente di attività culturali e
creative, dove tutto è pensato e progettato per i bambini: ci auguriamo che
questo diventi un modello di istituzione culturale che si possa diffondere in
altre città italiane.
La forte consapevolezza di trovarsi in un
luogo storico ed artistico di grande importanza come la Besana, che è stata
riscoperta anche attraverso il progetto delle “Le scatole dei Ricordi”,
realizzato dallo Studio Philippe Daverio. In estate, durante le vacanze estive,
volete organizzare dei campus e delle attività collaterali nel giardino esterno
della Rotonda. Il MUBA non è inteso come isola distante e separata dalla città
ma come centro di raccolta e d’incontro per residenti e non, con progetti
paralleli e condivisi, ad esempio con la settimana del design o con l’Expo.
Come riuscite a conciliare la vostra forte identità con una realtà milanese
disgregata e in continuo mutamento?
Obiettivo del museo è quello di mettere in
relazione le numerose realtà culturali che lavorano nel mondo dell'infanzia, un
polo di raccolta delle eccellenze cittadine, ma non solo. Per creare progetti
in sinergia con la programmazione e gli eventi cittadini sempre di alto livello
qualitativo rivolti ai bambini e alle famiglie.
Siete riusciti a coinvolgere artisti e
creativi dello spessore di Studio Azzurro. In Italia, gli ambiti sono
strettamente e rigidamente separati: al mondo dell’infanzia, sono associati
solo psicologi o insegnanti di sostegno. La storia dell’arte e la creatività in
tutte le sue forme sono appannaggio di un pubblico adulto e confinati a singoli
laboratori, come quello di Munari alla Triennale o ai Musei, con visite guidate
alle grandi mostre. Attuando il confronto e la collaborazione con esponenti
della letteratura, dell’arte, del design, della cultura in generale, il MUBA può
garantire una continua offerta ad alto livello di nuovi progetti?
L'obiettivo e' quello di garantire una
continua offerta ad alto livello. Per fare questo abbiamo necessità di sostegno
da parte di sponsor. E' il caso di Kinder sorpresa, nostro main sponsor, grazie
al quale abbiamo progettato e realizzeremo nel corso del 2014 workshop con
artisti che lavoreranno con i bambini e le famiglie sul tema della
costruttività. In questo caso il sostegno dello sponsor ci consente di offrire
le attività gratuitamente.
La sensibilizzazione verso l’ambiente,
l’attenzione all’ecologia, sono alla base dei laboratori di REMIDA , con il riuso
di materiali differenti che si trasforma in filosofia di gioco, oltre che di
senso etico. Avete coinvolto anche aziende diverse, che vi offrono i materiali
di scarto. La dimostrazione continua che evasione ludica ed impegno sociale
possono essere veicolati insieme. Le scuole potrebbero prendere il MUBA come
modello e intendere questo luogo come una loro succursale alternativa alle metodologie
standard e tradizionali delle scuole italiane. Possibili scambi e sinergie
future?
Esiste una grande sinergia con le scuole che
deriva dai molti anni di attività di MUBA. Con la sede permanente sarà
possibile aumentare ulteriormente il legame con il mondo della scuola.
L’assessore alla cultura Filippo del Corno,
il sindaco Pisapia, e lo stesso Boeri, che ha fortemente voluto il MUBA, si
dichiarano entusiasti di questo Museo innovativo e di grande prestigio per la
città di Milano. Nonostante la crisi economica e politica, il degrado generale,
vi aspettate un sostegno non solo morale ma anche economico dalle Istituzioni,
considerando le spese continue per l’affitto mensile, il personale qualificato,
l’allestimento delle mostre e la manutenzione dello spazio?
Ci impegneremo fortemente affinché le
istituzioni comprendano l'importanza della diffusione della cultura per
l'infanzia e di conseguenza la necessità di dare un sostegno concreto a realtà
come la nostra.
Le persone che lavorano al MUBA, in
particolare gli addetti alla sicurezza e all’interazione con i bambini, sono
tutti qualificati e preparati per il loro ruolo. Non avete mai pensato di
considerare dei volontari, creando anche l’opportunità di stage e di corsi
professionali di qualificazione ed aggiornamento, esportabili in altre realtà?
Gli obiettivi sono molti, con l'apertura del
centro si aprono nuove prospettive. Abbiamo una convenzione con l'Università
Bicocca con la quale intendiamo sviluppare nuove tematiche.
Per accedere al Bistrot Besana non si deve
pagare l’ingresso. Potrebbe diventare un luogo di incontro, oltre che
culinario, considerando che a Milano non esistono ristoranti e bar dedicati ai
bambini?
Il Bistro Besana e' stato pensato per essere,
prima di tutto, un posto per famiglie. Un luogo di aggregazione con proposte
dedicate principalmente al nostro pubblico.
La nostra è ormai una società multietnica,
socialmente e linguisticamente. Il MUBA è pronto per accogliere gli esponenti
più giovani di queste diverse culture, religioni e tradizioni, che sono ormai
integrati e tentano in tutti i modi di esserlo, nella città di Milano?
MUBA da anni
lavorando con le scuole accoglie culture, tradizioni e religioni diverse.
Sicuramente con la nuova sede sarà possibile instaurare un dialogo più forte.
Il MUBA nasce dall’amicizia, dalla
collaborazione e dal lungo impegno di un gruppo di donne. Oggi sono le donne,
più coraggiose e temerarie, ad avventurarsi in nuovi progetti e a dare voce a
nuove realtà. Come nasce la vostra passione condivisa per il mondo
dell’infanzia?
E' nata molti anni fa, quando, dopo essere
entrati in contatto con la realtà dei children's museum americani, abbiamo
pensato di realizzare anche a Milano un progetto che prendesse spunto da quel
modello.
Progetti futuri per il MUBA? Prossime mostre?
Dialoghi aperti e conversazioni informali con esponenti della cultura e i
bambini?
I progetti sono tanti e in
continua evoluzione. Stiamo costruendo e creando sempre nuove collaborazioni
per poter garantire una programmazione varia e di qualità.
Vi invitiamo a seguirci sul
sito www.muba.it e sulla nostra pagina Facebook per essere sempre aggiornati.
Nessun commento:
Posta un commento