domenica 15 febbraio 2015

StorieReali presenta: INTERVISTA A SERGIO MANDELLI

                                                        
                                                           "Praline: Qui e Ora"


Sergio Mandelli, in una puntata di "Praline".
                 

Con la contrastata e scandalosa opera: "I funerali dell’anarchico Galli"’, Carlo Carra’, già nel 1911, vuole riportare lo spettatore al centro dell’opera. Sergio Mandelli, ex gallerista e divulgatore d’arte, con la sua nuova rubrica on-line: "Praline: prelibatezze dal mondo dell’arte", dedicata ad artisti moderni e contemporanei, vuole ricollocare l’artista al centro della scena.
In un paese come l’Italia, dove la Storia dell’Arte e’ bandita dai licei e il sistema dell’arte rimane ancora agganciato alle leggi del mercato e il linguaggio della critica risulta, quasi sempre, pesantemente ancorato a dei codici criptici, un’avventura come questa, che utilizza una nuova forma di divulgazione e di comunicazione digitale, può risultare una vera sfida.
Il progetto di Praline non è certo un esperimento improvvisato, avendo alla sua origine una lunga gestazione da parte dei suoi inventori, i coniugi Sergio Mandelli e Ly thi Thanh Thao.

Per non perdersi nell’indistinto oceano digitale, i due autori, essendo essi stessi i diretti comunicatori/attori con l’interlocutore, hanno dovuto procedere per gradi, non trascurando nessun dettaglio: dalla grafica, all’oratoria, al montaggio, ai tempi e modalità di trasmissione, dando per scontato la selezione e la qualità degli artisti proposti.
Con l’aiuto dell’attore e amico Marco Alberghini, i due si sono sottoposti ad adeguati corsi di recitazione e dizione per ottenere i massimi risultati in soli sei minuti, la durata di ogni puntata, di ogni Pralina.
Testo scritto e recitato, immagini e fotografie, devono essere organizzati, sincronizzati e coadiuvati da un metodo costruttivo e una forma teorica, tecnica e compositiva. Liquidando gli eccessi, evitando i rallentamenti e le ampollosità o, peggio, la retorica, per arrivare ad un risultato che non vuole semplicemente persuadere o convincere, rendere razionalmente evidente o sedurre, ma divertire, estasiare, colpire lo spettatore.
La costruzione finale, che deve avere la piena approvazione dell’artista protagonista, proviene da una conoscenza profonda ed articolata degli argomenti trattati, doti naturali di comunicazione evidenti, soprattutto in Ly thi Than Thao, e un montaggio dinamico e funzionale.
"Praline. Prelibatezze dal mondo dell’arte" non ha precedenti o copie. Prende le distanze sia dalle vendite televisive che rasentano il trash e propongono opere come se vendessero automobili o reti ortopediche, sia da sermoni poco comprensibili, lezioni pindariche e grevi, impartite da severi ed arcigni critici e professori, rigidi ed imbalsamati, non a loro agio con i tempi e i ritmi del web.
Chi ha studiato e letto la Storia dell’Arte di Giulio Carlo Argan, rimarrà colpito di come in solo sei minuti, si possano sviscerare, raccogliere e condensare, senza frastornare né annoiare, riferimenti storici, citazioni letterarie, collegamenti fondamentali di Storia dell’Arte, perfino rimandi filosofici, senza perdere di vista, anzi, valorizzando, l’artista protagonista di ogni Pralina.
Al contrario delle conferenze, dei cataloghi, dei saggi, elaborati e prodotti per un circuito chiuso e senza possibilità di confronto, dal mondo Accademico o dal circolo ristretto di alcune gallerie allo stremo e auto riferite, Praline, appare per gli amanti e curiosi dell’Arte contemporanea come una via di uscita, uno spiraglio alternativo e un nuovo modo per conoscere, anche con leggerezza ed ironia, artisti ignoti e conosciuti.
Allo Spazio Tadini, di via Jomelli, 24 a Milano, sono state esposte opere dei cinquanta artisti presentati fino ad ora da Praline, testimonianza visiva dalla quale si parte, nelle storie collezionate, di puntata in puntata.
Dopo anni di glaciali ed asettiche proposte commerciali, prive di contenuti e di significato, l’artista ritorna ad essere il protagonista, attraverso una storia umana ed intellettuale, prima che artistica ed estetica, scoprendo che dietro ad ogni opera, oltre allo stupore e all’incanto del risultato, c’e’ l’impegno, la dedizione, il coraggio ed intere esistenze dedite alla sperimentazione e alla ricerca, prima ancora della produzione e del singolo risultato ottenuto.
Allora, si dimentica di essere di fronte a qualcosa, alla singola opera e scatta un tempo dinamico, il flusso vitale di un’esistenza diretta ed immediata, oltre ogni "rappresentazione".
www.youtube.com/mandelliarte
www.mandelliarte.com


Li thi Thanh Tao, in una puntata di "Praline".


Sergio Mandelli e Li thi Thanh Thao, provengono da una tradizione letteraria, avendo studiato letteratura francese lui ed insegnato lei quella americana a Saigon. Quanto ha inciso questo background nell’elaborazione del testo, con citazioni storiche e filosofiche, nel racconto fluido e pur coinciso di ogni Pralina?
Ovviamente tantissimo. "Le Praline. Prelibatezze dal mondo dell’arte" sono state possibili grazie alla combinazione fortunata di un’adeguata preparazione umanistica, legata soprattutto ai fenomeni estetici, e una attività commerciale di oltre venticinque anni. Questo ci ha permesso di elaborare testi ricchi di informazioni, ma anche redatti in modo da non annoiare, o annoiare il meno possibile, il nostro interlocutore.

Il ruolo di promotore, il desiderio della scoperta e la ricerca di senso, prima ancora che di mercante, che aveva una volta il gallerista, appartiene ad un’altra epoca. Come influisce il passato di gallerista nel funzionamento e divulgazione di Praline? Si elabora un’eredita’ o si azzera il suo percorso, per ricominciare da capo?
No, non c’è alcun azzeramento. C’è semmai l’arricchimento di un ruolo, quello del gallerista, appunto, che ora deve fare i conti con i nuovi strumenti di divulgazione. Elaborare è la parola giusta, nel senso che bisogna partire dalle proprie, preziose, esperienze per inventarsi di nuovo il proprio posto nel mondo dell’arte.

Nei cinquanta artisti protagonisti di Praline, fino ad ora, risulta predominante la pittura, l’espressione bidimensionale. C’e’ in programma l’urgenza di allargare l’invito e il coinvolgimento ad altri artisti, anche stranieri, che operano con la Video Arte, l’installazione, la Narrative Art, la scrittura, la Land art o la performance?
"Praline" serve a fornire ai fruitori le chiavi di lettura dei fenomeni dell’arte contemporanea. Il fatto di presentare soprattutto esperienze bidimensionali è vero fino ad un certo punto; nel corso di varie puntate si fa anche accenno a esperienze installative di alcuni degli artisti presentati. Addirittura la puntata dedicata a Dinh Q. Le mi vede inserito in una grande installazione. Ma a parte questo, è un fatto che la maggior parte delle opere commercializzate siano bidimensionali. Inoltre ritengo che i principi estetici fondamentali, una volta individuati, siano ricorrenti e applicabili in diverse situazioni. Che cos’è la Land art, se non l’utilizzo di una tela solo un po’ più grande? E non abbiamo noi tutti esperienza di una performance che viene eseguita tutti giorni in tantissimi luoghi della terra: la messa? La messa in fondo è una performance in cui sono sollecitati tutti i sensi: i quadri alle pareti, la contemplazione, il gusto del particolare, il segno della pace, la partecipazione rituale del pubblico, l’odore dell’incenso, la musica… Alla fine per noi si tratta di rendere un po’ più digeribili dei fenomeni estetici apparentemente difficili da comprendere.


Un grande limite e pregiudizio, fortemente radicato nel nostro paese, e’ la divisione dei generi, degli ambiti, delle discipline, voluta dagli stessi addetti ai lavori. Internet e la divulgazione delle informazioni, hanno dato uno scossone benefico a questo granitico impianto. Anche con Praline, si tenta, nei limiti consentiti, di non limitarsi al campo dell’Arte ma di sconfinare nella filosofia, nella storia, nella psicoanalisi. Per adesso, queste necessarie contaminazioni vengono accettate ed apprezzate?
Premesso che non mi piace la parola contaminazione, che sa di malattia, è l’esperienza storica che ci dice che è follia pensare all’arte separata da tutti gli altri contesti culturali e non. L’arte nasce solo dallo scambio di idee. Ad esempio, sembra che l’idea dell’Apocalisse fosse stata suggerita a Enrico Baj da Emilio Tadini alla fine di una allegra serata conviviale. Ma tutta la storia dell’arte è fatta così.

La musica di un cartone animato degli anni 20’ e la grafica retro’ di una remota scatola di caramelle, che conferiscono leggerezza ed allegria a Praline, sono forse anche un antidoto alla crisi e alle vertigini del vuoto imperante?
Innanzitutto, nel "confezionare" le Praline, ci siamo accorti che le scatole di cioccolatini in circolazione hanno spesso una grafica Liberty o Art Déco, questo perché le più famose case di produzione sono nate in quel periodo. Volendo abbinare una musica, abbiamo evitato subito qualsiasi citazione colta: la parola chiave è stata "leggerezza". Con "Praline. Prelibatezze dal mondo dell’arte" vogliamo conferire un carattere autoironico al mondo dell’arte contemporanea che, fra i tanti pregi, ha anche il difetto di prendersi troppo sul serio e di innalzare barriere fittizie ai non addetti ai lavori.

Che differenza esiste per voi scrivere e preparare una puntata di Praline su un artista vivente, oltre al confronto diretto per il risultato finale, rispetto a un artista scomparso? L’oratoria altisonante e pretenziosa della storicizzazione, deve essere comunque evitata?
Il tono e il linguaggio non cambiano; solo bisogna fare i conti con le fonti di informazione che devono essere il più possibile attendibili.

Praline, dovrebbe diventare uno strumento divulgativo e di conoscenza anche nei Musei, nelle Biblioteche, nei centri sperimentali e di ricerca privati e non, oltre che nelle gallerie e nei luoghi deputati all’arte contemporanea. Potrebbe essere offerto come un nuovo strumento visivo, anche nelle sale d’aspetto e perfino sugli aerei e nelle stazioni della metropolitana o negli aeroporti. Forse all’estero sarebbe più apprezzato?
Grazie per l’auspicio e per l’apprezzamento. Per quanto riguarda l’estero, stiamo predisponendo l’edizione inglese proprio per agevolare una più vasta diffusione del nostro programma.

Gli artisti italiani non sono conosciuti e considerati all’estero, per motivi fiscali e per la nostra incapacità di gestire la cultura, non proponendo e non selezionando qualità e professionalità. La Germania e’ il nuovo centro per l’Arte Contemporanea. La versione inglese di Praline dovrebbe sbarcare anche in Germania o nel nord Europa, dove informazione, divulgazione e promozione sono spesso associate alla teoria e alla ricerca e il collezionismo, anche quello più’ giovane, e’ incentivato e sostenuto fiscalmente. Progetti di sconfinamenti?
Più che progetti, al momento parliamo di auspici.

Cosa consigli a un giovane che tenta una nuova avventura sul web? Costi zero, approfondimento, ricerche di mercato e originalità nella comunicazione?
Non ho alcun consiglio da dare salvo il fatto che, nella situazione attuale, è folle pensare di affrontare il mercato senza l’uso della rete. Conosco bravi artisti, e neanche così vecchi, che pensano di inserirsi nel mercato solo portando in giro i quadri di galleria in galleria, mentre conosco artisti che hanno un buon successo commerciale gestendo oculatamente la propria immagine su internet.


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