Segnalazioni





Tra paesaggi e racconti

Francesco Correggia

Si pensa sempre alla pittura giapponese contemporanea secondo un approccio storico all’anima del Giappone e la relazione fra le forme d’arte di questo paese e la cultura artistica occidentale. L’importanza dell’apertura giapponese verso la cultura occidentale soprattutto nelle arti visive è stata notevole ma è vero anche il contrario. L’arte moderna occidentale si è imbevuta dell’oriente, non tanto nello stile o nel linguaggio ma nel modo di procedere e guardare il mondo. Né dobbiamo dimenticare l’importanza che la tradizione, nei suoi segni, nei suoi simboli assume per un pittore giapponese.
A volte l’incontro con l’arte occidentale ha le caratteristiche di uno scontro che sembra radicalizzarsi assumendo forme espressive inedite e di difesa della propria tradizione rispetto al panorama e ai modi dell’arte contemporanea. Altre volte gli artisti giapponesi si sono dimostrati non solo capaci di competere con l’arte occidentale ma addirittura ne hanno anticipato i tempi e le situazioni. Si pensi a proposito negli anni cinquanta agli artisti del Gruppo Gutai considerati i primi artisti azionisti dell’arte moderna. Architetti e designers Giapponesi hanno creato progetti per l’arte contemporanea che fanno concorrenza a quelli creati dai progettisti occidentali. Mi è d’obbligo segnalare a proposito il museo di Kazuyo Sejima e Ruye Nishizawa, che dal 2004 accoglie installazioni permanenti e mostre che si susseguono all’interno dei suoi spazi, lungo tutto l’anno e dove artisti di fama mondiale espongono le loro opere. 

Nel contesto di questa situazione vivace e sempre in fermento vorrei riferirmi ai dipinti di Shigeyoshi Koyama senza delimitare il campo e il confine fra arte orientale, in questo caso giapponese e arte occidentale, secondo schemi consolidati. I confini fra i due mondi ora appaiono più labili e la stessa pittura contemporanea è dentro un panorama internazionale che la leva dalla dimensione di linguaggio tradizionale, ormai non più attuale, o del Genius Loci. Essa ridiventa protagonista della dimensione internazionalizzata e globale dell’arte. Il suo linguaggio si mondializza. 
Nel panorama attuale dell’arte contemporanea, la pittura è quella che appare maggiormente sacrificata rispetto agli altri linguaggi, dall’installazione alla video arte, dalla fotografia al cyber art fino ad arrivare a forme d’arte ibridate con la tecnologia e alla performance. Tuttavia essa continua ad essere lo spazio dove il rapporto con il senso dell’opera ridiviene possibile. La pittura nelle pratiche attuali dell’arte è sempre più pittura d’immagine piuttosto che di figura. Nel caso dei dipinti che hanno come soggetto il corpo, si tratta pur sempre di una pittura dall’immagine o per l’immagine. Questa svolta visuale è più sulla superficie del quadro che nella profondità del suo pervenire a visione. Il colore sulla griglia della tela è steso nella sua naturalezza liquida ed espansiva, è quasi smaterializzato o almeno vi aspira. Il pittore contemporaneo non lavora più sul corpo della pittura, sul suo impasto, ma sulla piattezza del mezzo, sul suo ultimo luogo espressivo; l’aggiramento verso la superficie piatta e la linearità del disegno. In questa direzione va letta la pittura di Koyama. I suoi paesaggi hanno una forma compatta, delineata, un orizzonte quasi sdefinito, una prospettiva che scorre su diversi piani, essi appaiono appena pronunciati, indelebili eppure presenti come se volessero esprimere un’altra dimensione, quella più spirituale dell’incontro fra l’artista con lo spirito del luogo. Il colore perde la sua fisicità per ottenere una specie di neutralità, una morbidezza eburnea. Cadaqués è il paese più orientale della parte continentale della Spagna e della Costa Brava in Catalogna a cui Koyama ha dedicato molti dei suoi quadri. Egli lo elegge a Symbolon di una spartizione fra un paesaggio giapponese e quello tipico della catalogna, fra Kioto, Cadaqués e Osaka, tanto per intenderci. La stessa cosa avviene quando il pittore si ferma in Sicilia a Cefalù dipingendone le baie, sostando sul paesaggio, ma anche, attraversandolo, cercando il semplice, il sostanziale, un’immagine altra. E’ come se Koyama volesse trovare delle invarianti fra questo e quello, fra la sua esperienza diretta del paesaggio e la sua memoria, fra la potenza dell’immagine e il senso calligrafico della tradizione. Per tale ragione questa pittura si scarnifica ma al contempo va verso elementi semplici, quasi si essenzializza, si sospende. Una certa purezza la pervade come se fosse sempre la prima volta: la prima volta del disegno, della pittura, di tutto ciò che comincia. Anche quando Koyama dipinge interni, il pescato sul piatto, fiori, ragazze e donne in stanze mute, è come se ne dipingesse non il corpo, il volto, le cose, i mobili le suppellettili, ma solo il loro segno in un racconto, dove cose, persone, case insieme aleggiano nello spazio. Niente descrizioni ma solo accenni di forme, morfemi di baie e case, di esseri vaganti in uno spazio piatto eppure composito e presente dell’esistenza. Senso di leggerezza e purezza pervade il lavoro di Koyama anche quando le cose si fanno più pesanti sotto il segno inequivocabile della gravità. Infine da questa archeologia interiore ed elementale come non pensare a uno scrittore come Yasunari Kawabata, all’atmosfera grigia, crepuscolare, e quasi rassegnata che irrompe verso di noi come un'ondata di passione torbida e impetuosa dai sui libri? Come non sognare quelle donne dei suoi romanzi che sembrano essere solo apparenza fisica, al pari di preziose ceramiche d'autore e che invece ci turbinano intorno con la loro segreta e inafferrabile bellezza? Sentiamo il paesaggio di Kioto e il pendio di Osaka che aleggiano misteriosamente in tutta l’opera di Kawabata. Tutto questo timidamente sembra apparire nei quadri di Koyama, un’essenza muta sembra sostenerli, in un intreccio costante fra tradizione paesaggio e racconto.




NUOVO EVENTO!

Cari amici,
vi aspettiamo per una serata a tutto pedale.

Bici custom made fatte e da fare su misura, sfide sui rulli, meccanico (porta la tua bici rotta), funamboli, filmati, jam sessione per ballare il Ballo del Bullone e molto altro!
Portare figli, amici nonni e badanti!

Let's Rock and Bike!

Bill



LUCA LUCINI VINCE IL PREMIO FICE

Luca Lucini, prima famoso regista, e ora anche produttore, ha vinto il premio Fice come miglior film indipendente con il film "Tra cinque minuti in scena" di Laura Chiossone; riportiamo la trama come nella homepage del sito del film:

"Una tenera storia di dipendenza tra una donna unattrice di teatro e una madre non più autonoma, che sintreccia tra fiction e vita reale in un quadro di passaggio tra generazioni al femminile.
Gianna è una figlia, con una madre anziana e molto ingombrante di cui prendersi cura.
È anche unattrice, con uno spettacolo teatrale da portare in scena tra mille difficoltà.
Non da ultimo è una donna, con una storia damore in punta di piedi cui è difficile trovare spazio.
Un film che come un gioco di scatole cinesi racconta con il sorriso il prendersi cura di qualcuno, mixando i linguaggi del documentario, del teatro e della fiction".

Per ulteriori informazioni vedere al link http://www.tracinqueminutiinscena.it/.

Segnaliamo inoltre il sito della casa di produzione del regista e produttore Luca Lucini, dove trovare numerose informazioni utili e aggiornate!
http://www.maremossofilm.it


LO SHOPPING A SOSTEGNO DI PROGETTI SOCIALI

Nascono a Milano il primo Social Point e il primo Social Spirit d'Italia.
Da un'idea di Bill Niada, fondatore con Giuseppe Lassotovitch di Near (www.neargroup.it) social business company che con la propria attività finanzia progetti sociali, in collaborazione con la banca Bnp Paribas.

Social Point
Si tratta del primo permanent store d'Italia dove, acquistando marchi di abbigliamento di qualità a prezzi outlet, si contribuisce a finanziare progetti socialmente utili.
l mese di dicembre sarà dedicato a Telethon, ma in futuro saranno molte le associazioni a cui verrà devoluto parte dell'incasso.
aperto tutti i giorni 
dalle 10,30 alle 19,00
Piazza San Fedele, Milano

Social Spirit
E' il primo Wine Temporary Near, dove si possono comprare prodotti enogastronomici artigianali ottimi, offerti dagli stessi produttori che sono in gran parte amici, il cui ricavato servirà a finanziare i progetti dell'associazione Near che sono:
- B. LIVE progetto che coinvolge gli adolescenti all’interno dell’Istituto Nazionale dei Tumori di 
Milano, con l’obiettivo di realizzare progetti che diano orgoglio e impegno ai giovani pazienti in
cura.
- INSIEME PER UNA VITA… IN PIÙ programma di preservazione della fertilità in pazienti 
trattati per tumore in età pediatrica.
- RACE OF BRAVE BIKERS pedalata solidale per i ragazzi in cura nei principali centri oncologici europei.
aperto fino a Natale 
dal lunedì al venerdì dalle 17,00 alle 20,30
sabato e la domenica dalle ore 11 alle 13.30

Via Gorani 7, Milano




15 e 16 NOVEMBRE 2013 – DADO SCHAPIRA PER SCIENCE FOR PEACE

Dado Schapira partecipa al progetto di Science for Peace e festeggia insieme con Fondazione Veronesi e i suoi illustri ospiti il 5° anniversario della nascita del progetto Science for Peace.
Durante i due giorni della Conferenza, l’artista esporrà alcune tra le sue opere più significative legate ai temi del progetto, negli spazi che ospiteranno l’evento.
Il Presidente di Science for Peace - Umberto Veronesi - e i Vice Presidenti - Kathleen Kennedy Towsend, Giancarlo Aragona e Alberto Martinelli - riceveranno un’opera personalizzata dell’artista e, anche ai relatori, verrà omaggiato un oggetto che, oltre a ricordare loro l’evento, rappresenterà la città di Milano che li accoglie con gioia.



MARCO BALICH DIRETTORE CREATIVO DEL PADIGLIONE ITALIANO PER EXPO

Marco Balich, veneziano, seguirà anche il padiglione Italia dell' Expo 2015 di Milano nella direzione creativa, alla fiera di Rho, fino ad ottobre 2015;
oltre che le Cerimonie di apertura e di chiusura delle Olimpiadi di Rio de Janeiro nel 2016.


LUCA LUCINI AL SAE INSTITUTE DI MILANO

Miki Solbiati di StorieReali ha partecipato al seminario di un nostro intervistato, il regista Luca Lucini, martedì 20 novembre al SAE Institute di Milano.
Lucini, che ha dei progetti anche come produttore cinematografico, ha segnalato Milano come nuova capitale del cinema in un breve futuro.
milano.sae.edu/it/LucaLucini






Nessun commento:

Posta un commento