Der Ring des Nibelungen-L'anello del Nibelungo
Teatro alla Scala: I settimana- 17-22 giugno; II settimana: 24-29 giugno
Direttore: Daniel Beremboim; regia: Guy Cassiers; coreografia: Sidi Larbi Cherkaoui; scene e luci: Enrico Bagnoli; costumi: Tim van Steenbergen
Interpreti principali: Wotan: Michael Volle, Renè Pape; Sieglinde: Waltraud Meier; Siegmund: Simon O'Neill; Brunnhilde: Irene Theorin, Der Wanderer: Terie Svenvold; Alberich: Johannes Martin Kraenzle: Mime; Peter Bronder; Hunding-Hagen: Mikhail Petrenko.
Le rappresentazioni del ciclo della Tetralogia
wagneriana, nell’arco di una settimana, segnano il compimento di un progetto
che ebbe inizio nel dicembre 2010 con la prima di “ Die Walkuere”.
La creazione di “Der Ring des Nibelungen” impegnò Richard
Wagner per un trentennio; al 1848 risale il testo di “Siegfrieds Tod”, che poi
sarebbe diventato “Goetterdaemmerung”. La prima rappresentazione completa
dell’intero Ring ebbe luogo a Bayreuth nell’agosto del 1876.
Non dimentichiamo che in questo arco di tempo Wagner scrisse
capolavori quali “Tristan und Isolde” e “Die Meistersinger von Nuernberg”……
Nel nostro massimo teatro, l’ultimo Ring fu eseguito nella
stagione 1963, dal 9 al 28 maggio di quell’anno, in occasione del 150mo anniversario della
nascita del sommo compositore; l’esecuzione fu affidata alla bacchetta di Andrè
Cluytiens e vide impegnati leggendari cantanti quali Hans Hotter e Birgit
Nilsson.
Lascia dunque esterefatti pensare che due generazioni di
italiani e di milanesi non abbiano potuto assistere ad un esecuzione unitaria
della Tetralogia, che costituisce uno dei vertici assoluti della storia della
musica occidentale. Solo una esecuzione unitaria del Ring consente
all’ascoltatore di percepire l’unitarietà della concezione wagneriana , pur
nella diversità delle singole giornate, così come lo straordinario gioco dei
Leitmotiv, volti sì a evocare personaggi, situazioni sceniche, stati d’animo,
ma contemporaneamente agiscono sulla memoria e l’inconscio dello spettatore…
Il compianto
Wolfgang Sawallisch, negli anni 70, si rifiutò di continuare la tetralogia
dopo avere diretto “Siegfried”, in seguito a insanabili contrasti con il regista
di allora, Luca Ronconi.
Negli anni 90, Riccardo Muti avviò una nuova tetralogia,
dirigendo una “giornata” a stagione: ancora una volta, i contrasti tra
direttore e regista minarono alla base la concezione del Ring: “Das Rheingold”
fu eseguito in forma di concerto. L’esecuzione integrale de “L’anello del
Nibelungo” in unica stagione, dapprima promessa, non ebbe più luogo.
I due cicli completi di “ Der Ring des Nibelungen”, che
hanno luogo in questi giorni, siano dunque motivo di festa per chiunque abbia a cuore le ragioni
della musica, del teatro e della cultura.
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