domenica 23 giugno 2013

La Grande Musica
Der Ring des Nibelungen-L'anello del Nibelungo
Teatro alla Scala: I settimana- 17-22 giugno; II settimana: 24-29 giugno
Direttore: Daniel Beremboim; regia: Guy Cassiers; coreografia: Sidi Larbi Cherkaoui; scene e luci: Enrico Bagnoli; costumi: Tim van Steenbergen
Interpreti principali: Wotan: Michael Volle, Renè Pape; Sieglinde: Waltraud Meier; Siegmund: Simon O'Neill; Brunnhilde: Irene Theorin, Der Wanderer: Terie Svenvold; Alberich: Johannes Martin Kraenzle: Mime; Peter Bronder; Hunding-Hagen: Mikhail Petrenko.


Le rappresentazioni del ciclo della Tetralogia wagneriana, nell’arco di una settimana, segnano il compimento di un progetto che ebbe inizio nel dicembre 2010 con la prima di “ Die Walkuere”. 


La creazione di “Der Ring des Nibelungen” impegnò Richard Wagner per un trentennio; al 1848 risale il testo di “Siegfrieds Tod”, che poi sarebbe diventato “Goetterdaemmerung”. La prima rappresentazione completa dell’intero Ring ebbe luogo a Bayreuth nell’agosto del 1876.
Non dimentichiamo che in questo arco di tempo Wagner scrisse capolavori quali “Tristan und Isolde” e “Die Meistersinger von Nuernberg”……

Nel nostro massimo teatro, l’ultimo Ring fu eseguito nella stagione 1963, dal 9 al 28 maggio di quell’anno, in occasione del 150mo anniversario della nascita del sommo compositore; l’esecuzione fu affidata alla bacchetta di Andrè Cluytiens e vide impegnati leggendari cantanti quali Hans Hotter e Birgit Nilsson.

Renè Pape ( Wotan) e Irene Theorin (Bruennhild) nella scena finale di "Die Walkuere": è il momento dell'addio di Wotan alla figlia. La soprano svedese ha mirabilmente sostenuto, in cinque serate, il ruolo di Brunnhilde nelle tre "giornate" di cui è protagonista: "Die Walkuere", "Siegfried" e "Goetterdaemmerung" (crediti fotografici: staatsoper unter den linden@monika rittershaus)


Lascia dunque esterefatti pensare che due generazioni di italiani e di milanesi non abbiano potuto assistere ad un esecuzione unitaria della Tetralogia, che costituisce uno dei vertici assoluti della storia della musica occidentale. Solo una esecuzione unitaria del Ring consente all’ascoltatore di percepire l’unitarietà della concezione wagneriana , pur nella diversità delle singole giornate, così come lo straordinario gioco dei Leitmotiv, volti sì a evocare personaggi, situazioni sceniche, stati d’animo, ma contemporaneamente agiscono sulla memoria e l’inconscio dello spettatore…

 Il compianto Wolfgang Sawallisch, negli anni 70, si rifiutò di continuare la tetralogia dopo avere diretto “Siegfried”, in seguito a insanabili contrasti con il regista di allora, Luca Ronconi. 
Negli anni 90, Riccardo Muti avviò una nuova tetralogia, dirigendo una “giornata” a stagione: ancora una volta, i contrasti tra direttore e regista minarono alla base la concezione del Ring: “Das Rheingold” fu eseguito in forma di concerto. L’esecuzione integrale de “L’anello del Nibelungo” in unica stagione, dapprima promessa, non ebbe più luogo.

I due cicli completi di “ Der Ring des Nibelungen”, che hanno luogo in questi giorni, siano  dunque motivo di festa per chiunque abbia a cuore le ragioni della musica, del teatro e della cultura.


Carlo Schiavoni

Nessun commento:

Posta un commento