sabato 8 marzo 2014

"I MIEI FILM" di Arianna Niero "Nebraska" - Alexander Payne





Un uomo molto anziano, pieno di acciacchi e alcoolizzato, riceve una lettera promozionale che gli comunica la vincita di un milione di dollari.
Naturalmente è un’esca per vendere un qualche prodotto.
Lui però ci crede e, a tutti i costi, vuole andare a ritirare il premio.
A nulla valgono le spiegazioni della moglie e dei due figli maschi, ormai adulti.
Il minore dei due, però, sta attraversando un momento particolare della sua vita e, all’improvviso, decide di accompagnarlo in macchina fino a destinazione.

Comincia così questo viaggio dal Montana al Nebraska che, attraverso panorami quasi naturalmente cinematografici, dipana un rapporto padre e figlio attraversato da varie e complesse conflittualità. Il giovane uomo, prima totalmente insofferente agli atteggiamenti caparbi e scontrosi del padre, si trova, forse suo malgrado, a entrare in empatia con la figura paterna che, con la materna, è quella che più di tutte incide sui percorsi della nostra vita. I due si fermano per una sosta nel paese d’origine dei genitori, ospiti di parenti con cui da tempo avevano perso i contatti. Lì li raggiunge anche la madre, una donna semplice ma irresistibilmente sarcastica, e il fratello maggiore. La notizia della vincita fa velocemente il giro del paese. Prima quasi tutti cercano di accaparrarsi una fetta di questo fantastico tesoro poi, quando scoprono che in realtà è solo un’illusione del vecchio, non si fanno nessun problema a deriderlo senza ritegno. Il film ci racconta, con struggente tenerezza ma anche con un umorismo intelligente e acuto (le figure dei due cugini rozzi e ignoranti sono, al tempo stesso, tristissime ed esilaranti) tutte le miserie che, invariabilmente, fanno parte dell’essere umano. Il figlio minore, grazie a una serie d’incontri con persone che hanno conosciuto suo padre da giovane riscopre con gli occhi di un adulto, colmi di nuova indulgenza, la figura di un uomo, ai suoi occhi di bambino autoritario e prepotente, che ha molto sofferto e che ha cercato, come quasi tutti, di fare semplicemente quello che ha potuto. Da nemico del padre diventa suo complice, fino a diventare lui l’adulto che, con delicatezza e ironia, protegge la fragilità di un uomo che sta arrivando alla fine della sua vita. I due, nonostante impedimenti di vario tipo, si rimettono in viaggio e giungono a destinazione. Il padre deve arrendersi alla verità: non c’è nessun milione di dollari. Tornando però, il figlio decide di realizzare il sogno di suo padre e gli compra un pick-up e un saldatore. Rifanno il loro ingresso al paese, il vecchio al volante, il figlio nascosto sotto il sedile, sfilando davanti agli sguardi attoniti di tutti quelli che l’avevano preso in giro.
Un film, al tempo stesso, delicato e potente. Colmo di una lentezza poetica e d’immagini nostalgiche e bellissime: la fotografia è vero un incanto.

È una storia che commuove, diverte e accarezza il nostro intimo più profondo e ancestrale.

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