martedì 25 marzo 2014

StorieReali presenta: INTERVISTA A ELENA DONDINA


                                           “Rompete le righe”


Elena Dondina


L’Italia non è un paese per bambini. Milano non rappresenta un’eccezione e vive da tempo in una profonda crisi sociale, etica e culturale: le Istituzioni sono assenti, gli oratori deserti e le famiglie tendono a delegare alle scuole ma, sia quelle private che pubbliche, risultano spesso carenti dal punto di vista umano ed intellettuale. Il bambino è sempre più spesso abbandonato al computer e affidato alla televisione, nella migliore delle ipotesi, sballottato da un corso a un altro, con l’idea che sia sufficiente fare dello sport, per garantire loro una crescita serena ed equilibrata. Da gennaio di quest’anno, però, qualcosa è cambiato: è nato MUBA, il Museo dei Bambini, trovando la sua sede naturale all’interno dello storico edificio della Rotonda della Besana.
Elena Dondina e' il presidente di fondazione MUBA che, dopo aver ottenuto l’appalto dal Comune di Milano, a seguito di regolare bando, ha immaginato e cambiato questo spazio, senza stravolgerne l’identità storica ed architettonica, per creare il primo centro su misura di bambino, dove gioco e cultura si esaltano e si integrano reciprocamente, in un continuo e vitale scambio ininterrotto.

 Per comprendere fino in fondo la reale identità di MUBA e in che cosa si differenzia da quello che esiste già, si deve procedere per esclusione: MUBA non è un centro parascolastico di parcheggio bambini dopo la scuola; non è un parco giochi di divertimento con Playstation e vasche di palle colorate; non è la succursale di un Museo con visite guidate; non è una struttura di puro intrattenimento e di babysitteraggio, per sostituire genitori latitanti o nonni assenti e non ultimo, non è neppure concepito come un museo americano, improntato a ricostruire la realtà del mondo , su immagine di un eterno gioco infantile.
Il MUBA è il primo centro permanente e sperimentale, in Italia, dove i progetti , i laboratori, le mostre e la libreria, grazie alla collaborazione di studiosi, artisti, designer, scrittori e personale altamente qualificato e specializzato, sono concepiti, per offrire cultura e gioco, sempre in divenire e garantendone l’originalità e la qualità ad altissimo livello. A conferma di questa filosofia precisa, è stato creato ed attivato il “MUBA books”: nuovo marchio editoriale, con una collana indirizzata a differenti fasce ed esigenze d’età, slegata dal percorso tradizionale scolastico. Musica, creatività, riflessione, ambiente, sperimentazione, sono solo alcuni dei temi introdotti dai singoli volumi, già pubblicati, come “Rompete le righe”, un libro per i più piccoli, per esplorare nuovi sistemi pedagogici non tradizionali o i quaderni gioco interattivi, non solo da leggere ma per far riflettere. Lo stesso criterio, è stato adottato per le mostre itineranti e a rotazione ogni tre mesi, allestite all’interno del Museo. Un esempio: “L’essenza e l’eccesso”, con ventiquattro coppie di oggetti, creata dal designer Paolo Ulian, per capire il rapporto del bambino con l’oggetto, confrontandolo con quello opposto della società. Parallelamente sono esposte le scatole infinite, dove visione e gioco, forniscono una panoramica del contenitore, dall’universale al particolare, sconfinando nella tecnologia, fino al mondo naturale ed animale.
 Il MUBA non significa solo cultura ed impegno ma anche scoperta e meraviglia: ne sono una testimonianza di questo presupposto imprescindibile le cabine da mare dell’artista Antonio Catalano, dove i bambini possono nascondersi al loro interno, ammirare i dipinti misteriosi e ascoltare la musica, durante il percorso di gioco e scoperta. Al MUBA non si viene solo per guardare ed imparare ma soprattutto per toccare. Le scatole sonore con trentadue corde, sono state create per questo.
Il Laboratorio permanente, per le scolaresche al mattino e per genitori e figli durante i pomeriggi e i fine settimana, non poteva non essere una sorpresa. Il centro di riuso creativo dei materiali di scarto Remida, già esistente ed attivo da anni a Reggio Emilia, è servito come modello ideativo e progettuale, per creare quello operativo al MUBA. Non giochi tradizionali quindi, ma idee nuove in rotazione e work in progress costanti, così che il bambino non possa perdere il naturale gusto dell’invenzione e l’innato spirito di sperimentazione, anche divertendosi e svagandosi. I genitori hanno finalmente così l’opportunità di stare insieme con i figli condividendo l’allegria contagiosa di questo spazio e lo stupore costante del gioco.
La grande avventura del MUBA è proprio questa ritrovata e continua capacità di osservare il mondo attraverso lo sguardo del bambino, per crescere insieme e donando a noi stessi quella prospettiva surreale ed innocente, che avevamo senza di loro, irrimediabilmente smarrito e dimenticato.

                        
La mostra "Scatole" di Pasquale Formisano


All’estero, nel resto dell’Europa e anche negli Stati Uniti, con le dovute differenze, c’è sempre stata una particolare attenzione e dedizione verso la crescita intellettuale e psicologica del bambino. Come spiegate la perpetrata e continua latitanza nel nostro paese di un impegno in questo senso da parte delle Istituzioni e della società civile? Pensate che l’esempio del MUBA, possa creare un precedente? Anche se i progetti sono sempre iniziativa e a carico di singoli privati?
In Italia si investe da sempre poco in cultura e istruzione e questo e' un grosso limite alla crescita della nostra società. La nostra organizzazione è da molti anni impegnata a promuovere la realizzazione a Milano di un centro permanente di attività culturali e creative, dove tutto è pensato e progettato per i bambini: ci auguriamo che questo diventi un modello di istituzione culturale che si possa diffondere in altre città italiane.

La forte consapevolezza di trovarsi in un luogo storico ed artistico di grande importanza come la Besana, che è stata riscoperta anche attraverso il progetto delle “Le scatole dei Ricordi”, realizzato dallo Studio Philippe Daverio. In estate, durante le vacanze estive, volete organizzare dei campus e delle attività collaterali nel giardino esterno della Rotonda. Il MUBA non è inteso come isola distante e separata dalla città ma come centro di raccolta e d’incontro per residenti e non, con progetti paralleli e condivisi, ad esempio con la settimana del design o con l’Expo. Come riuscite a conciliare la vostra forte identità con una realtà milanese disgregata e in continuo mutamento?
Obiettivo del museo è quello di mettere in relazione le numerose realtà culturali che lavorano nel mondo dell'infanzia, un polo di raccolta delle eccellenze cittadine, ma non solo. Per creare progetti in sinergia con la programmazione e gli eventi cittadini sempre di alto livello qualitativo rivolti ai bambini e alle famiglie.

Siete riusciti a coinvolgere artisti e creativi dello spessore di Studio Azzurro. In Italia, gli ambiti sono strettamente e rigidamente separati: al mondo dell’infanzia, sono associati solo psicologi o insegnanti di sostegno. La storia dell’arte e la creatività in tutte le sue forme sono appannaggio di un pubblico adulto e confinati a singoli laboratori, come quello di Munari alla Triennale o ai Musei, con visite guidate alle grandi mostre. Attuando il confronto e la collaborazione con esponenti della letteratura, dell’arte, del design, della cultura in generale, il MUBA può garantire una continua offerta ad alto livello di nuovi progetti?
L'obiettivo e' quello di garantire una continua offerta ad alto livello. Per fare questo abbiamo necessità di sostegno da parte di sponsor. E' il caso di Kinder sorpresa, nostro main sponsor, grazie al quale abbiamo progettato e realizzeremo nel corso del 2014 workshop con artisti che lavoreranno con i bambini e le famiglie sul tema della costruttività. In questo caso il sostegno dello sponsor ci consente di offrire le attività gratuitamente.

La sensibilizzazione verso l’ambiente, l’attenzione all’ecologia, sono alla base dei laboratori di REMIDA , con il riuso di materiali differenti che si trasforma in filosofia di gioco, oltre che di senso etico. Avete coinvolto anche aziende diverse, che vi offrono i materiali di scarto. La dimostrazione continua che evasione ludica ed impegno sociale possono essere veicolati insieme. Le scuole potrebbero prendere il MUBA come modello e intendere questo luogo come una loro succursale alternativa alle metodologie standard e tradizionali delle scuole italiane. Possibili scambi e sinergie future?
Esiste una grande sinergia con le scuole che deriva dai molti anni di attività di MUBA. Con la sede permanente sarà possibile aumentare ulteriormente il legame con il mondo della scuola.

                            
Lo spazio REMIDA all'interno del MUBA

L’assessore alla cultura Filippo del Corno, il sindaco Pisapia, e lo stesso Boeri, che ha fortemente voluto il MUBA, si dichiarano entusiasti di questo Museo innovativo e di grande prestigio per la città di Milano. Nonostante la crisi economica e politica, il degrado generale, vi aspettate un sostegno non solo morale ma anche economico dalle Istituzioni, considerando le spese continue per l’affitto mensile, il personale qualificato, l’allestimento delle mostre e la manutenzione dello spazio?
Ci impegneremo fortemente affinché le istituzioni comprendano l'importanza della diffusione della cultura per l'infanzia e di conseguenza la necessità di dare un sostegno concreto a realtà come la nostra.

Le persone che lavorano al MUBA, in particolare gli addetti alla sicurezza e all’interazione con i bambini, sono tutti qualificati e preparati per il loro ruolo. Non avete mai pensato di considerare dei volontari, creando anche l’opportunità di stage e di corsi professionali di qualificazione ed aggiornamento, esportabili in altre realtà?
Gli obiettivi sono molti, con l'apertura del centro si aprono nuove prospettive. Abbiamo una convenzione con l'Università Bicocca con la quale intendiamo sviluppare nuove tematiche.

Per accedere al Bistrot Besana non si deve pagare l’ingresso. Potrebbe diventare un luogo di incontro, oltre che culinario, considerando che a Milano non esistono ristoranti e bar dedicati ai bambini?
Il Bistro Besana e' stato pensato per essere, prima di tutto, un posto per famiglie. Un luogo di aggregazione con proposte dedicate principalmente al nostro pubblico.

La nostra è ormai una società multietnica, socialmente e linguisticamente. Il MUBA è pronto per accogliere gli esponenti più giovani di queste diverse culture, religioni e tradizioni, che sono ormai integrati e tentano in tutti i modi di esserlo, nella città di Milano?
MUBA da anni lavorando con le scuole accoglie culture, tradizioni e religioni diverse. Sicuramente con la nuova sede sarà possibile instaurare un dialogo più forte.

Il MUBA nasce dall’amicizia, dalla collaborazione e dal lungo impegno di un gruppo di donne. Oggi sono le donne, più coraggiose e temerarie, ad avventurarsi in nuovi progetti e a dare voce a nuove realtà. Come nasce la vostra passione condivisa per il mondo dell’infanzia?
E' nata molti anni fa, quando, dopo essere entrati in contatto con la realtà dei children's museum americani, abbiamo pensato di realizzare anche a Milano un progetto che prendesse spunto da quel modello.

Progetti futuri per il MUBA? Prossime mostre? Dialoghi aperti e conversazioni informali con esponenti della cultura e i bambini?
I progetti sono tanti e in continua evoluzione. Stiamo costruendo e creando sempre nuove collaborazioni per poter garantire una programmazione varia e di qualità.
 Vi invitiamo a seguirci sul sito www.muba.it e sulla nostra pagina Facebook per essere sempre aggiornati.

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