Giorgio
Caire di Lauzet
illustrazione
di Stefano Delli Veneri
per
il libro "Andrea negli anni '80"
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Giorgio Caire di Lauzet è un imprenditore, Presidente & Amministratore Delegato di Dream&Charme (network di 500 proprietari di ville e castelli in Italia, ne supporta la valorizzazione e conservazione con servizi dedicati e li promuove in tutto il mondo per soggiorni ed eventi) e di LIFEGATE Consulnet (creata dall’unione di LIFEGATE e Consulnet Italia, è la società di consulenza leader in Italia sui temi della sostenibilità).
Questa
sua intervista, sul tema degli anni Ottanta, è un'anteprima del
romanzo di Miki Solbiati e Duccio Locati “Andrea negli anni '80”
ci andavo ogni tanto con i miei genitori. Servivano una cucina milanese molto curata e ammiravo tutt’intorno opere d’arte contemporanea. La Scaletta era meta di giornalisti, scrittori e intellettuali…un vero mix anni ’80. Era la zona vicino ai Navigli che negli anni successivi si è profondamente trasformata con mille ristoranti, bar e negozi e anche area pedonale…
In Corso Colombo c’era il celebre atelier di pittura di Ida Banfi che aveva importato da Parigi il metodo del famoso Arno Ster finalizzato allo sviluppo della creatività. Non che ne avessi bisogno ma mia madre era convinta che la creatività sarebbe stata per me, allora poco più che adolescente, una risorsa importante. Ricordo quella stanza senza finestre denominata da Stern il Closlieu, interamente rivestita di sughero sul quale c’erano grandi fogli bianchi sui quali si pitturava liberamente , una grande tavolozza con colori naturali al centro della stanza e tre pennelli per colore. So che Stern tiene ancora conferenze anche in Italia ma temo che l’atelier di Milano non ci sia più.
La moda a Milano è cambiata molto in questi anni, si parla ormai di moda sostenibile ci sono russi e brasiliani che spendono anche un milione di euro in un solo giorno, il personal shopper, la profilazione dei clienti high spender che talvolta fanno shopping a porte chiuse fuori dall’orario di apertura del negozio.
Ma proviamo a tirare le conclusioni sulla moda: gli Eighties sono stati una rivoluzione, oggi abbiamo jeans a vita bassa ed abiti realizzati con materiali tecnici e microfibre, e un sempre maggiore abbinamento tecnologico (tra pochissimo potremo indossare abiti con termoregolazione, collegamento a Internet tramite schermi morbidi Oled, etc), e ciò anche grazie alle scoperte degli anni ’80.
Negli
anni ’80 si sviluppa anche il fenomeno Steve
Jobs che ha man mano creato con Steve Wosniak strumenti e spazi
temporali prima sconosciuti a tutti, che poi ha dimostrato come la
tecnologia possa
modificare la percezione che abbiamo del mondo, Jobs è stato un
artista della tecnologia
che ha cambiato (in meglio) la vita di milioni
di persone… per sempre.
In quel decennio usavamo Levi’s normali a sigaretta, e poi – come dimenticare – le giacche a due bottoni, le moto simbolo come lo Zundapp verde acido o arancione, i giubbotti di renna, le Clarks, le All Star, i Ray Ban a goccia…
Il trend in questi nostri ultimi anni è di un individualismo fatto di particolari e accessori all’interno di parametri di tendenza. I vantaggi di una tribù vestita allo stesso modo sono evidenti, provate a presentarvi in ufficio invece che con il vostro classico abito grigio english style con un paio di jeans a zampa di elefante e camicia a fiori...
Naturalmente il fenomeno tribù ha maggiori effetti tra gli adolescenti dove l’abito rappresenta direttamente l’appartenenza o meno ad uno specifico gruppo di ragazzi determinandone la discriminazione o l’accettazione (negli anni ’80 Bomber, Timberland, etc.).
Le donne anni ’80: senz’altro Elle Mc Pherson, Sharon Stone, Kelly Le Brock ne La signora in rosso (ti ricordi la celebra frase: “serviti il pasto, cow boy…”? Un mito) e Michelle Pfeiffer, star assoluta nel film cult Scarface dell’83.
In
quegli anni arrivarono i serial Tv come l’indimenticabile Capitol
con Tray Claigg, Julie e la mitica Sloane Claigg che ho avuto la
fortuna di conoscere a Milano al Nepentha
e sempre tra i serial, Happy Days e Attenti a quei due con Tony
Curtis e il grande
Lord Sinclair ovvero Roger Moore.
Parlando
di cinema, direi che i miei film preferiti degli
anni ’80 sono Top
Gun che ha lanciato
un Tom Cruise giovanissimo, Ufficiale e Gentiluomo, Una Poltrona per
Due, Guerre
Stellari anche se datato 1977, 007 Bersaglio Mobile..Mi chiedevi della musica? Ascoltavo negli anni ’80 Prince, Gloria Gaynor, Neil Young, i Supertramp e l’indimenticabile Fabio Concato.
Se
invece vogliamo parlare di luoghi di vacanza ti dirò che la tendenza
attuale ed i nuovi
parametri siano di ricerca di località bellissime ma meno conosciute
delle solite destinazioni di moda così in voga negli anni ‘80 ma
ancora
in parte da scoprire come ad esempio alcune zone dell’Isola d’Elba
e le campagne
del Monferrato.
Ma gli anni Ottanta furono anche gli anni della mia maturità liceale. La mia notte prima degli esami l’ho passata ovviamente studiando, ero nervoso, direi terrorizzato… ma andò tutto bene.
Sono convinto che ognuno di noi abbia nella vita un ruolo o una missione ben precisa e le mie esperienze degli anni ’80 mi hanno portato, più avanti negli anni, a identificare i valori e i principi che sono ancora oggi alla base delle mie scelte di vita.
Credo anche fermamente nello sviluppo del talento personale, tutti ne abbiamo almeno uno e prima si identifica, prima si ha la possibilità, con costanza, impegno e focalizzazione, di ottenere piccoli o grandi risultati ma sempre eccellenti e di grande soddisfazione personale.
Questo è ciò che auguro anche a mia figlia Allegra che oggi ha quasi 14 anni e che si trova nello stesso momento di vita vissuto da me circa 30 anni fa…
Buona fortuna!
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