Ovvero….
Quannocevoccevò.
Per chi fosse nato lontano dalla Capitale e necessitasse
quindi un’ulteriore traduzione, questa potrebbe essere qualcosa tipo: Ooooooooh…. Ci voleva proprio!!
Come ormai saprete, Argo è stato strapremiato agli
Oscar. E qui noi pseudointenditori potremmo storcere il naso e infilare una
graziosa collanina di luoghi comuni sui film migliori che non vincono mai, e i
film commerciali americani, e via andare.
E invece, sapete cosa vi dico?
Assumendo, infatti, che ognuno di noi (chi scrive, ma
sicuramente anche chi legge) abbia un lavoro, o comunque, un’occupazione
quotidiana diversa dall’andare al cinema, se ne trae che andare al cinema sia
per noi un divertimento. Un’evasione dalla nostra quotidianità e dalle
nostre più o meno normali vicende. O no?
Almeno, per me è così: il cinema è, o meglio vorrei che
fosse, sempre, Puro Piacere.
Con questa premessa, beh, non potete non vedere Argo. È intrattenimento
e distrazione all’ennesima potenza.
La storia è piuttosto nota: Iran, 1980, colpo di Stato iraniano
e salita al potere di Khomeini, con annessi e connessi. Tra i connessi, la
presa in ostaggio degli addetti dell’ambasciata americana, un piccolo gruppo
dei quali, sfuggito alla cattura, si nasconde in casa dell’ambasciatore
canadese.
Poi basta, non vi racconto più nulla, perché, se qualcuno di
voi eventualmente fosse ignorante come me, magari non conoscerebbe, o non
ricorderebbe, come andò avanti e poi come finì la storia. E quindi, perché
rovinargli la suspense? In fondo l’ignoranza dovrà pur servire a qualcosa!
Il film si vede fino all’ultimo secondo col fiato sospeso, è
girato bene e riesce perfettamente a trasmettere a chi guarda la tensione
crescente de protagonisti. I personaggi sono credibilissimi, così come
l’ambientazione Anni Settanta: vestiti, capelli, musica, gestualità.
Forse, volendogli trovare a tutti i costi un difetto, il
meno credibile di tutti è proprio Ben Affleck (protagonista e regista). Non che
reciti male, ma è un po’ troppo modello bellone americano moderno, almeno
rispetto agli altri. Vedere foto per credere...
Tra gli altri personaggi, vorrei segnalare specificamente, anche se
tutto sommato il tempo in cui si vede non è moltissimo, l’ambasciatore
canadese, interpretato (ho studiato, chevvicredete) dall’attore Victor Garber.
E qui scatterà in molti di voi il famoso Embè? Ossia, chi mai sarà ‘sto
tizio?
Il tizio, ossia l’attore, è nient’altri che il gentile signor
Thomas Andrews di Titanic. Avete presente,
quello che, ad iceberg già incocciato e catastrofe già in atto, risponde all’esclamazione
sbruffona dell’armatore “Questa nave non può affondare!!” pronunciando con la
massima pacatezza la famosa frase “È fatta di ferro, signore. Quindi può
affondare. E affonderà”. Massì, dài, quello che alla fine dà a Rose il suo
giubbotto salvagente e mentre la nave affonda se ne sta lì a fumare nel
salottino ammirando i quadri alle pareti!
Insomma, secondo me quando vedrete Argo vi verrà in mente. Ecco,
lui è bravo, credibile, un bel personaggio.
Morale, se non l’avete visto e lo trovate ancora in giro,
andare a vederlo. Di più, aggiungo un altro consiglio: se c’è un film che vale
la pena di vedere in una di quelle terrificanti multisale con gli schermi mega
e tutti i gadget, ecco, direi che è questo. Di solito io personalmente le
multisale le detesto, ma per questo film faccio un’eccezione.
Alla prossima!
Nessun commento:
Posta un commento