venerdì 4 ottobre 2013

La Grande Musica. Diario del Festival di Salisburgo 2013. Impressioni e note critiche. II


Elisabetta di Valois e Don Carlo, al loro primo incontro nella foresta di Fontainebleau, impersonati da Anjia Harteros e Jonas Kaufmann ( Crediti fotografici: Festival di Salisburgo@Monika Rittershaus )


Don Carlo” di Giuseppe Verdi è stata la rappresentazione più attesa del festival. Le attese, per la parte musicale, non sono andate deluse. Il Maestro Antonio Pappano sceglie l'edizione italiana in cinque atti, il più possibile fedele all'originale francese, omettendo l'esecuzione dei balletti.



Recupera tuttavia brani che Verdi fu costretto a tagliare, su pressione della direzione dell'Opera' di Parigi, a motivo dell'eccessiva lunghezza dell'opera, come il coro dei boscaioli, atto primo -scena prima; o la scena prima del terzo atto in cui Elisabetta cede ad Eboli il proprio mantello. ( e così finalmente si capisce come Carlo, nel cuore della notte nei “giardin della regina” possa scambiare Eboli, un'ottima Ekaterina Semenchuk, per Elisabetta). Avvincente la direzione di Antonio Pappano: ha dalla sua uno strumento duttile, quali sono i Wiener Philharmoniker, che seguono in toto le intenzioni del loro direttore, sfoggiando il loro proverbiale suono cristallino e caldo degli archi. Ed è un ideale contraltare alla freddezza della “mise en scene” a cura di Peter Stein., che appare una gelida illustrazione degli accadimenti descritti nel libretto; manca completamente l'opprimente atmosfera dell'Escurial, di cui la musica si fa portatrice. Ne'valgono a mitigare il risultato i lussuosi costumi, ispirati a Goya,  di Annamaria Heinreich. Leggiamo, a firma Giuseppe Pennisi, essere stata concepita la regia per la televisione e il riversamento in dvd. Segno dei tempi. Il medesimo contraltare lo offrono i protagonisti principali: in primis, Jonas Kaufmann , Carlo dal timbro vocale ambrato e scuro, ed Anja Harteros, una Elisabetta  liricamente sofferta. Entrambi sfoggiano una dizione italiana impeccabile e si fanno ammirare per la non comune presenza scenica, cementata da un profondo affiatamento reciproco. E’ stata un’estate all’insegna di “Don Carlo” per i nostri protagonisti, chè lo hanno affrontato anche a Monaco di Baviera nel mese di luglio. Thomas Hampson sostiene con sicuro mestiere il ruolo di Rodrigo, mentre Matti Salminen, nei panni di Filippo II, appare in difficoltà in un repertorio non suo.

L’attenzione del pubblico, nel versante concertistico, è stata invece calamitata dall’ospitalità concessa a “El Sistema” venezuelano: abbiamo assistito all’esecuzione della Settima sinfonia di Gustav Mahler, affidata alle cure di Gustavo Dudamel alla testa dell’ Orchestra Simon Bolivar. Il giovane maestro sceglie un programma insidioso, chè la settima è sinfonia da far tremare i polsi al più esperto dei direttori: nell'esecuzione del Dudamel, tutta volta a mettere in risalto le doti tecniche della Simon Bolivar, le contraddizioni del mondo della settima si perdono per lasciare spazio ad un’ esibizione muscolare, pur se ineccepibile, dell’orchestra. Applausi scroscianti da parte del pubblico che appare conquistato soprattutto dalla valenza educativa del “Sistema” venezuelano.

Sir Simon Rattle dirige l'Orchestra Infantile del Venezuela alla Felsenreitschule. (crediti fotografici. Festival di Salisburgo@Silvia Lelli) 


Che Sir Simon Rattle sia vero direttore, lo dimostra il suo concerto alla guida dell'orchestra infantile del Venezuala. Tanto la prima parte del concerto e' virtuosistica: mette in risalto i colori e il ritmo della Cuban Overture di George Gerswin cosi'come delle danze di Ginastera , tanto appare azzardata la seconda parte della locandina,che prevede l'esecuzione della Prima di Mahler. E' lecito pensare che Mahler sia lontano anni luce dalla cultura venezuelana... Ma qui interviene il magistero del concertatore: il maestro ne ottiene un suono leggero e trasparente, macerato e “schleppend” nel primo movimento, talche', agli ascoltatori, Mahler si staglia immediatamente ed in tutta evidenza. Fatto ancora piu' straordinario sol che si pensi che l'orchestra e' composta di bambini.  I bis trascinano il pubblico all'entusiasmo, facendone parte attiva del concerto, con l'esecuzione di Mambo, dalla Danze sinfoniche di West Side Story, per la bacchetta di Sir Simon, e della Marcia di Radetzky, diretta dal giovane assistente Jesus Parra.

Carlo Schiavoni

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