lunedì 21 ottobre 2013

StorieReali presenta: INTERVISTA A BILL NIADA

Il paradiso può attendere


Gli ultimi anni sono stati fondamentali ed innovativi sul piano della ricerca e della partecipazione scientifica ed umanitaria sul fronte della battaglia alle malattie e patologie gravi, da parte delle Fondazioni e anche dei privati. Per i malati di cancro, molto è stato fatto. Si dimentica e si tende a considerare però, secondario, l’aspetto psicologico devastante che la malattia innesca quando i malati sono bambini.
Le storie sono purtroppo,all’ordine del giorno e tantissime, ma ce n’è una in particolare che ha cambiato qualcosa.
Clementina, a dieci anni, muore di tumore nel 2004. Il padre Bill Niada insieme a sua moglie Emilia, decide di trasformare il dolore in energia per aiutare dei piccoli pazienti ad affrontare, nel miglior modo possibile, un’esperienza così traumatica. Nasce così, “Magica Cleme Onlus”.
Lo scopo principale è far divertire ed intrattenere i bambini malati organizzando gite, incontri, spettacoli, coinvolgendo amici e conoscenti e tutto il “personale” umanamente e intellettualmente specializzato per farlo.
Bill Niada, ha già alle spalle l’esperienza da imprenditore in anticipo sui tempi, è il primo che introduce gli outlet in Italia, ed è sua l’idea nel 1996 di far nascere “Fifty”, azienda outlet, che si avvale dei prodotti provenienti dagli Stati Uniti, e poi venduti a basso costo. Tutti i suoi sforzi ed interessi sono proiettati ormai al progetto d’assistenza ai bambini malati gravemente. S’inventa così “Near Retail”, società di outlet a domicilio, che attraverso vendite temporary di marchi come Woolrich, Fred Perry, Moncler e altri a prezzi outlet sviluppate dentro le sedi di grandi aziende (Fiat, Borsa di Milano, Fiera Milano, Banca Intesa, Sony etc..), destina IL 5-10% dell'incasso e il 50% degli utili a progetti sociali, legati al mondo dell’infanzia, ultimo dei quali e fiore all’occhiello della Fondazione “Near”, è stata la collezione B.Live realizzata con il contributo d'importanti professionisti (Gentucca Bini, Madina Ferrari, Paola Giaggiotti e molti altri) che hanno condotto i ragazzi malati dell'istituto dei tumori alla realizzazione di un brand di moda ora in vendita con aperitivi, ape car e temporary outlet, per rifinanziare il progetto e far crescere il marchio e l'iniziativa.
Bill Niada, ha trasformato in energia costruttiva una sua tragedia personale, attraverso la condivisione e la progettualità con i genitori e i bambini. Lui vuole essere un esempio, ma solo per il fatto di amplificare tutto questo, perché non è mai abbastanza. L’impegno però, ci ricorda, prima che economico, è saper generare benessere, cioè vedere il mondo con gli occhi di un bambino, anche malato, che non vuole smettere di sorridere e giocare.

Progetto B.live con la stilista Gentucca Bini
La fondazione “Magica Cleme” realizza anche film e libri, intuendo che l’apprendimento giocoso e ludico, rimane un mezzo fondamentale di coinvolgimento mentale e psicologico per il bambino malato. Il piccolo paziente sperimenta l’evasione ma con un riferimento alla sua esperienza scolastica precedente. Anche per questo progetto editoriale si potrebbero coinvolgere scrittori, illustratori ed attori che, non a scopo di lucro, s’impegnano per valorizzare la fase editoriale e di esperienza sul campo ed incrementare i risultati. Non trovi che sia un’idea da sviluppare?
Lo e’ certamente e lo stiamo gia’ facendo con l’ultimo progetto de “il tempo magico” contenitore di progetti realizzato dalla magica cleme per gli adolescenti all’interno dell’istituto dei tumori di Milano (progetto da cui e’ nata anche la collezione b.live che ora vende near…). Infatti a breve uscira’ una canzone che un importante musicista italiano ha realizzato insieme ai ragazzi malati, in un percorso creativo e professionale (tutti hanno cantato e hanno contribuito anche al video che si sta realizzando), un brano che verra’ venduto e immesso sul web per rifinanziare i prossimi progetti che sono attualmente in gestazione (un libro:“le storie a lieto fine”, una app di gioco per ragazzi, un film, un cartone animato….).
In questo modo i ragazzi partecipano a qualcosa di emozionante e gratificante che li fa sentire orgogliosi e speciali, non solo per la malattia. Cio' che pero’ e’ altrettanto speciale e’ che anche coloro che partecipano all’iniziativa, in questo caso il musicista, e’ fortemente coinvolto e motivato da interessi non personali che pero’ gli porta benessere e felicita’.

Negli Stati Uniti e nei Paesi Scandinavi, la terapia psicologica e il supporto ludico ai piccoli malati, sono esperienze scontate e da tempo realizzate in tutti i principali Ospedali. In Italia, molto si è fatto, ma siamo ancora agli albori, rispetto all’estero. Forse il segreto, è importare l’esempio americano, ma poi strutturato e modificato secondo la nostra identità. La razionalità e l’efficienza straniera mescolate con la creatività e la capacità di coinvolgimento tipicamente italiane. Credi nell’applicazione di questo modello misto?
Si, credo che sia importante. Le esperienze che io ed Emilia abbiamo fatto in ospedali stranieri (siamo stati un anno a Londra e 3 a New York per curare Clementina) sono state illuminanti. Inoltre la mia professione di imprenditore serve a dare un taglio pratico e organizzativo a cio’ che creiamo, con la consueta fantasia italiana.
Prova ne e’ che l’esperienza di B.Live viene presa a modello da molti centri oncologici pediatrici nel mondo e i nostri medici vengono chiamati a raccontarla in congressi e simposi internazionali.

In Italia, è pesante la tendenza d’isolare e proteggere il bambino malato all’interno del nucleo familiare, anche per poca fiducia nel sistema sanitario e per un antico inconscio desiderio di nascondere la malattia. Voi volete cambiare anche il modo di affrontare pure nei i casi più gravi, soprattutto perché i genitori sopraffatti dal dolore, spesso sono i primi ad avere bisogno di un aiuto concreto e psicologico. Rispetto all’inizio, dopo anni di attivismo ed impegno qualcosa è cambiato nella mentalità degli italiani?
Molto si e’ fatto e molto si sta facendo. Ora c’e’ una fitta rete di sostegno da parte di numerose onlus per l’aiuto del bambino e del genitore sia dentro che fuori dall’ospedale. Un problema rimane quello degli adolescenti che sono un’area grigia della quale pochi e male si sono interessati, anche se ora qualcosa si sta muovendo e il tempo magico e B.Live ne sono prova e modello.

Gli anziani e i bambini, non sono considerati in realtà, i veri protagonisti della nostra società, essendo fuori dal circuito produttivo ed economico. Le società farmaceutiche hanno sempre spinto la focalizzazione della cura sui farmaci o sulla prevenzione, lasciando al margine l’aspetto psicologico e morale. I bambini sono il futuro di una nazione e se non siamo in grado di assisterli nella malattia, è un segno di grande decadenza. I giornali e i mass media ti hanno però sempre sostenuto nei tuoi progetti o potrebbero fare di più?
Potrebbero e dovrebbero fare molto di piu’!! Noi onlus siamo esempi vistuosi, belle storie da raccontare, emozioni positive e potenti che dovrebbero sostitutire storie brutte e ansiogene che i media continuano a trasmettere pensando che siano le uniche che interessano, generando cosi’ incertezza e paura nel futuro. Dobbiamo cambiare i paradigmi, facendo passare modelli positivi che altri possano prendere come esempio, per seminare gemme di benessere e fiducia nel mondo e nel futuro.

Alcuni imprenditori, soprattutto quelli più giovani ed intraprendenti, potrebbero devolvere una piccola parte del ricavato ai progetti legati all’assistenza dei bambini malati, sarebbe uno stimolo in più, per inventare e mettere in moto nuove iniziative, come è stato nel tuo caso. Spirito imprenditoriale ma anche solidale. Creare un team che abbia anche queste finalità. In Italia è possibile, nonostante la crisi?
La crisi dovrebbe essere proprio lo stimolo e il motore di questa mentalita’. le aziende dovrebbero “sfruttare” le onlus e i progetti benefici per far parlare di se’ in modo virtuoso e creare empatia e vicinanza col territorio e con la gente. un nuovo modo di comunicare e fare “pubblicita’” che genera benessere e anche lavoro. Un nuovo modo di fare marketing che porta beneficio reale e che genera fiducia verso le aziende che lo praticano.

Progetti futuri? Per aumentare la raccolta di fondi, sei disposto ad ascoltare e condividere idee e suggerimenti anche da ambiti diversi. Chi oggi è il tuo miglior interlocutore? Lo Stato, le famiglie, i medici, gli assistenti sociali o l’esperienza diretta alla fine rimane il faro illuminante principale?
Io incontro continuamente tantissima gente siano medici, imprenditori, enti sociali e governativi e cerco di dare col mio esempio un nuovo modo di vedere e pensare, cercando di far capire che per vivere bene si deve vivere bene! Liberandosi da modelli che non portano beneficio a nessuno. Avidita’, beni materiali, potere non condiviso, fama si pensa siano mezzi per essere felici, ma sono solo illusioni da cui ci si deve staccare per arrivare al nocciolo della questione che e’: per vivere felici si deve avere intorno affetto e benevolenza. poco, ma bello e buono!

Ci sono un ragazzo e una ragazza, che dopo la laurea in Filosofia, hanno creato un team itinerante: “I Ludosofici”. Loro propongono, nelle librerie, gallerie d’arte e biblioteche dei workshop e dei laboratori interattivi sui grandi temi filosofici, il bambino viene così coinvolto con domande, richieste di disegni e collage e diversi giochi per pensare ma anche imparare divertendosi. Ormai sono alcuni anni che lavorano e sperimentano e sono diventati veramente capaci di entusiasmare ed informare i loro piccoli interlocutori. Fate dei sondaggi per scoprire i personaggi più interessanti e capaci sul territorio nazionale?
No, non li facciamo, ma come ho detto siamo costantemente in contatto con bambini, ragazzi, adulti, perche’ insieme ad altre persone che la pensano come noi, siamo continuamente chiamati a parlare nelle scuole, in congressi, in eventi dove veniamo in contatto con l’esigenze e il futuro della nostra gioventu’, distillando in loro esigenze e necessita’ reali e raccontando un modo diverso di vedere e vivere il domani.

Bill con la stilista Gentucca Bini al lavoro per il progetto B.live




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