lunedì 23 dicembre 2013

IL GRANDE CINEMA: Lunchbox

Mi è proprio piaciuto!!
Una premessa è d'obbligo: io amo moltissimo l'India, pochi mesi fa sono stata a Mumbai e l'ho trovata una città stupenda. Il film è indiano ed è girato a Mumbai. Che questo abbia influenzato il mio giudizio, è poco, ma sicuro.
Oltre a ricordarmi Mumbai, e l'India in genere, però, questo film mi ha anche ricordato....
un altro film, che ho visto tantissimo tempo fa e che considero uno dei più bei film della mia vita.
Non so se l'avete presente: si intitolava "84 Charing Cross Road" e i protagonisti erano Anthony Hopkins e Anne Bancroft. Lui faceva il libraio - il titolo del film è appunto l'indirizzo della libreria - e lei lo contattava per lettera, cercando non so più quale introvabile libro antico... e nasceva un rapporto bellissimo fra loro due, che comunicavano solo per lettera, e attraverso i libri.
Quarant'anni e cinquemila chilometri più in là, Lunchbox è la storia di due personaggi che si incontrano e comunicano attraverso il cibo. Detto così, sembra banalissimo. E magari lo è. Però è un film in cui i personaggi sono tutti belli - il protagonista burbero, il collega invadente, la moglie delusa, la meravigliosa zia che fa da coro come nel teatro greco - e la storia è abbastanza piccola per identificarsi, e allo stesso tempo abbastanza grande per farci sognare.


Un'altra cosa che ho apprezzato molto di questo film è che è girato con un budget microscopico: i veri protagonisti, quelli che tirano i fili di tutto ciò che accade, sono i fantastici dabawallah di Mumbai. Se (come me fino a qualche mese fa) non avete la più pallida idea di chi o cosa sia un dabawallah, divertitevi a cercare in Internet e troverete un MONDO di saggi, scritti su di loro dai più autorevoli professori di Harvard!

Sintetizzando al massimo, i dabawallah (eccone uno in questa foto) sono uomini che ogni mattina fanno il giro di qualcosa come DUECENTOMILA tra case e ristoranti e si caricano di altrettanti "lunchbox" - appunto - pieni di pasti caldi


appena cucinati da mamme, zie, suocere, sorelle, o semplicemente cuochi, per consegnarli ai rispettivi destinatari, ossia impiegati che lavorano nei numerosissimi uffici di Mumbai, e che all'ora di colazione si vedono recapitare direttamente sulla propria scrivania questa "schiscetta" prelibata, che sostituisce brillantemente l'inesistente mensa aziendale.
La cosa straordinaria è che i dabawallah, smistano in un batter d'occhio questa marea di contenitori tutti praticamente identici, li portano a piedi, in bicicletta, in treno, e poi di nuovo a piedi.... per chilometri e chilometri, e li consegnano ad indirizzi che nella quasi totalità dei casi non conoscono, dato che sono praticamente tutti analfabeti. Come fanno? Hanno un sistema di codici basato su colori e commettono un errore ogni cinque milioni di pasti consegnati.
Non è incredibile?
Mi sono fatta prendere la mano e forse vi ho raccontato più dei dabawallah che del film. Ma almeno spero di avervi incuriosito abbastanza per andarlo a vedere!
Alla prossima, Buon Natale e... mi raccomando, tenetevi alla larga dai cinepanettoni!


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