lunedì 6 gennaio 2014

LA GRANDE MUSICA: La Traviata di Giuseppe Verdi al Teatro alla Scala e Il Trovatore a Berlino
La Traviata-Direttore: Daniele Gatti; Regia e scene: Dmitri Tcherniakov; Costumi: Yelena Zaytseva; Violetta: Diana Damrau; Alfredo Germont: Piotr Bezcala; Giorgio Germont: Zelico Lucic
Dal  7 dicembre 2013 al 3 gennaio 2014

Il Trovatore- Direttore: Daniel Barenboim; Regia: Philipp Stoelzl; Scene: Conrad Moritz Reinhardt/ Philipp Stoelzl; Costumi: Ursula Kudrna- Il Conte di Luna: Placido Domingo; Leonora: Anna Netrebko; Manrico: Agostin Rivero; Azucena: Marina Prudenskaja, Ferrando: Adrian Sampetrean 
Staatsoper im Schiller Theather-Berlino
Dal 29 novembre al 22 dicembre 2013


“La Traviata”, che ha inaugurato la stagione 2013-14 della Teatro alla Scala lo scorso 7 dicembre, ha altresì segnato l’atto finale delle celebrazioni verdiane. “ La Traviata” mancava nel cartellone scaligero dal 2008 allorchè fu ripreso, per un’ultima volta e, per la verità assai stancamente, l’allestimento che Liliana Cavani approntò nel 1990 per uno dei più alti vertici della direzione musicale di Riccardo Muti. 


Diana Damrau è stata la protagonista assoluta de "La Traviata" inaugurale alla Scala ( crediti fotografici: Teatro alla Scala)

“La Traviata” andò in scena il 6 marzo 1853 alla Fenice di Venezia con esito infelice: così scrisse Verdi, all’indomani, al proprio allievo Emanuele Muzio: “ La Traviata ieri sera , fiasco. La colpa è mia o dei cantanti ? ….Il tempo giudicherà.” E qualche giorno dopo ad Angelo Mariani: “ La Traviata ha fatto un fiascone e, peggio,hanno riso. Eppure che vuoi? Non ne sono turbato. Ho torto io o hanno torto loro. Per me credo che l’ultima parola sulla Traviata non sia quella di ieri sera. La rivedranno e vedremo!”  La Traviata tornò in scena, ancora una a Venezia, il 6 maggio 1854, ma questa volta, al Teatro San Benedetto. E il furore che fece allora, non si è più interrotto. Così Verdi: “Sappiate dunque che la Traviata che si eseguisce ora al S.Benedetto è la stessa, spessissima che si eseguì l’anno passato alla Fenice, ad eccezione di alcuni trasporti di tono. Del resto non un pezzo è stato cambiato, non un pezzo è stato aggiunto, o levato, non un idea musicale è stata mutata. Tutto quello che esisteva per la Fenice esiste ora pel S. Benedetto. Allora fece fiasco: ora fa furore. Concludete voi!”
A mettere in scena La Traviata, storia di un sopruso sociale, come dichiara il Maestro Daniele Gatti nelle interviste della vigilia, è stato chiamato uno dei più affermati registi della scena europea quale è Dmitri Tcherniakov. La scelta di moderna ambientazione è stata fonte di scandalo e contestazioni al calare dello sipario. Lo stesso Verdi volle che la propria opera fosse ambientata in abiti ottocenteschi e dunque contemporanei. Ma la società di nuovi ricchi, che si muove in saloni dalle volte del diciannovesimo secolo, sembra più un ritratto della volgarità della società russa di oggi che non la trasposizione odierna della Dame delle Camelie…Violetta non è più ammalata di tisi, ma soffre di depressione: affoga così i suoi dolori nell’alcol e, nel terzo atto, la vediamo circondata da una distesa di bottiglie. Scrive Tcherniakov nelle note di regia : “ Nel nostro spettacolo cerchiamo di analizzare da vicino un frammento della vita dei personaggi e di capire che cosa sta succedendo ai loro sentimenti”, La serata ha segnato il felice debutto nel ruolo di Violetta di Diana Damrau. La sua Violetta è cresciuta di atto in atto, man mano che si scioglieva la tensione del debutto, dominando le molteplici sfaccettature della protagonista che si riflettono in una vocalità che spazia dai virtuosismi di soprano di coloratura alle note di soprano lirico e drammatico. Giustamente ottiene un trionfo personale nella mirabile esecuzione,lirica e sofferta, dell’Addio del passato. La tensione della prima l’ha tuttavia condotta a forzare il finale primo, che sicuramente perfezionerà nel corso delle repliche. La sua Violetta sarà ancora migliore allorchè si libererà da quelle risate nervose, imposte dal regista per delineare una Violetta sofferente di depressione. Ci auguriamo infine che Diana Damrau voglia migliorare la dizione italiana nella lettura della lettera: “ Teneste la promessa…”.
La direzione del Maestro Daniele Gatti è stata accusato di avere optato per tempi lenti: in realtà sono perfettamente calibrati con quanto accade in palcoscenico e con i tempi della regia di Tcherniakov, a riprova della coerenza tra direzione musicale, regia, canto e recitazione di cui si fregia l’odierna edizione di “La Traviata”. La concertazione del Maestro Daniele Gatti suscita qualche perplessità per la tendenza ad appesantire il suono orchestrale a danno di quella tinta diafana e trasparente degli archi che dal preludio si riverbera su tutta l’opera.  
Intanto il prossimo sette dicembre, che vedrà in scena “Fidelio” di Ludwig van Beethoven, segnerà l’addio, dall’incarico di direttore musicale del Teatro, di  Daniel Barenboim. Il maestro Riccardo Chailly, che ne raccoglie l’eredità, dirigerà l’inaugurazione del sette dicembre 2015: l’opera prescelta è “Giovanna d’Arco” di Giuseppe Verdi. In concomitanza con l’inaugurazione di Expo, Riccardo Chailly dirigerà inoltre “Turandot” di Puccini, nel finale di Luciano Berio.

“Il Trovatore”, la cui concezione si intreccia con quella di “La Traviata”, andò in scena a Roma solo quarantasei giorni prima di “La Traviata”: il 19 gennaio 1853 al Teatro Apollo. Come è stato scritto, “Il Trovatore” assurge a paradigma dell’arte verdiana così come la quinta sinfonia lo è dell’arte di Beethoven.
Anna Netrebko ha affrontato per la prima volta il ruolo di Leonora  a Berlino  ( crediti fotografici: Staatsoper Berlin@Matthias Bau)


Proprio il maestro Daniel Barenboim ha diretto una lussuosa edizione dell’opera verdiana per la stagione della Staatsoper  di Berlino allo Schiller Theather. Cavalleresca ed epica la direzione del maestro argentino:  si avvale di uno strumento quale la Staatkapelle, il cui suono brunito si adatta a meraviglia all’ambientazione medioevale dell’opera verdiana. La serata segna altresì il debutto di Anna Netrebko nel ruolo di Leonora. Il timbro sopranile si è fatto più scuro e così Anna Netrebko aggiunge al proprio repertorio ruoli da soprano lirico, abbandonando quei ruoli del repertorio belcantistico che l’hanno consacrata nell’olimpo del teatro in musica. Il carisma teatrale e la personalità di Anna Netrebko fanno sì che il pubblico si identifichi nella sua Leonora: nello stesso tempo, grazie al lussuoso accompagnamento di Barenboim ,“ Tacea la notte placida “ e “D’amore sull’ali rose” diventano momenti di pura gioia canora.  Placido Domingo, convertito in questa sua terza giovinezza a ruoli di baritono, conferisce accenti di ardore giovanile al Conte di Luna, mentre il tenore sudamericano Agostin Rivero ci ricorda quale sia stato il debito di Verdi verso il canto elegiaco di Bellini. Ingiusti dunque i fischi che i vociomani  gli hanno riservato al termine di “Di quella pira”. Philipp Stoelzl, regista di cinema di cui in Germania è appena uscito il film " Dr. Medicus"con Ben Kingsley, mette in scena il Trovatore come un fumetto, dove tutte le movenze dei personaggi sono calcate ed eccessive. Anna Netrebko stessa sembra rimettersi in gioco: appare rigonfia nel costume di scena; biondi i capelli; cariche di uno smagliante rossetto rosso le labbra rigogliose; rosse di smalto le unghie...Contrasto maggiore non si potrebbe immaginare con Anna, mediterranea modella per una nota marca d'orologi.... 

Carlo Schiavoni

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