venerdì 23 novembre 2012

Anteprima del romanzo "Andrea negli anni '80": INTERVISTA AD ANGELO BUCARELLI

Angelo Bucarelli in un' illustrazione di Stefano Delli Veneri 
per il libro "Andrea negli anni '80"

Questa e altre interviste sono un’anteprima del romanzo “Andrea negli anni ’80” di Miki Solbiati e Duccio Locati, in cerca di editore.

Oggi parla il critico d’arte Angelo Bucarelli, che racconta gli anni ’80 attraverso la sua esperienza e i suoi ricordi.


Ho passato l’infanzia a Roma, a Milano arrivai dai diciotto anni in su, in via Guastalla.
A Roma il traffico è enormemente cresciuto ad esempio nel quartiere Prati, scuole come il Mameli o il Parioli sono sempre più vivaci rispetto a quando c’era mia nonna.
Non sono cambiati il Pigneto e il Casilino, S. Lorenzo è invece molto cambiato.
Trastevere ha la sua allegria popolare, i drogati di allora si mischiavano ad un quartiere artigianale, puoi pensare ad una società variopinta con stranieri e mondo del cinema, oggi è anche un quartiere residenziale, il centro in compenso si è svuotato.
Le residenze di lusso anni ’80 erano il Nomentano e il Salario Trieste. A Prati si estendeva invece una schiera di uffici come oggi accade anche in via Spiga. Negli anni ’80 ovunque si camminava di più: d’inverno con cappotti di lana pesante, oggi si va moltissimo in giro in motorino, attualmente con il ciclomotore raggiungo tutta Roma, anche se i periferici invadono piazza Navona. Direi che dagli anni ’90 stiamo andando verso una città trasparente.
Andiamo verso un mondo globale, anche la moda si affida alla maturità del compratore, un tempo ci si conosceva personalmente con molti grandi stilisti: conoscevo Ferrè, Gianni Versace, la Girombelli. Ricordo una strepitosa Naomi Campbell che sfilava adolescente a Parigi per Tarlazzi, non dimentichiamo che erano gli anni dell’edonismo reganiano, infatti con poco più di 300mila lire si poteva andare a New York: tutti potevano andare ovunque.
Dal ’79 in poi ricordo il Club ’54, la copertina di Armani su Time… Armani era Creso, Krizia l’intellettuale. Si andava a spasso in Daimler, impazzavano le giacche di Versace Miami Vice, le spallone evidenziate… lui era unico: il più audace, aggressivo, volgare nel senso buono del termine. Versace interpretava lo stile body guard, vestiva i tipi moderni, i machi proprio alla Miami Vice. Ricordo pure, su tutti Grace Jones, poi i banchetti con Andy Warhol. In realtà sono indenne alla music-mania, semplicemente rivivo atmosfere di allora, diciamo che ero dentro la musica ma non troppo. Penso che i Rolling Stones, durati ben oltre gli anni Ottanta, siano più sofisticati dei Beatles, ricordo la magica atmosfera dei concerti di Cat Stevens e di Joe Cocker.
Ero allora più interessato al teatro off dell’82, ero amico di Ornella Vanoni…il clima era quello.
La mia famiglia è borghese, per me c’era Capri negli anni ’60, gli albori della Sardegna del ‘60/’70, mi sentivo sempre al posto giusto al momento giusto…oggi prediligo posti come Capocaccia e Alghero, cerco più ingenuità anche nelle cose glamour.
Parlando di cinema, trovo che il film Notte prima degli esami sia grazioso, per quanto mi riguarda, a scuola, ero un gran somaro! Per me tutte le sere erano notti prima degli esami.
Non ho avuto la TV fino a sedici anni ma ricordo lo sceneggiato La Cittadella con Annamaria Guarnieri e Alberto Lupo, in quanto a spot, come dimenticare la brillantina Linetti e le puntate del tenente Sheridan?!
Naturalmente vedevo molto cinema d’essai, Orson Welles con il Quarto uomo, poi l’ultimo spettacolo di Bogdanovich…sempre tanto cinema ma da solo, come i veri intenditori. Seguivo con interesse anche il teatro. Erano gli anni dell’impero di Ronconi, poi ricordo un primissimo Martone, Peter Brook, Bob Wilson, era quasi tutto minimalis.
Tornando alla moda, direi che a quell’epoca aveva regole tassative, oggi no; sono tutti omologati, impera lo status symbol del griffato o sottogriffato, in realtà è un modo più subdolo di parlare di moda. Inoltre, sono più ingenui rispetto agli anni’80 e imperano gli obblighi della cosiddetta
etica-mercato, oggi è infatti vincente un confuso arrembaggio, il bipolarismo effervescente è all’ordine del giorno, ma c’è anche tanto nichilismo e cinismo nel market. Il cliente è come in un frullatore perenne, la pressione del globale è mostruosa, dobbiamo trovare un modo per conviverci, ma è quasi impossibile.
Stiamo osservando la crisi in attesa di una rivoluzione, poi ci sarà una coesione e ritorneremo a forme di autenticità. Come in ogni situazione, io penso che soltanto la fatica ti porterà ad essere migliore. Ci vuole un mercato più sano che veda ad esempio l’inutilità della guerra e prenda in considerazione seriamente la solidarietà umana, la crescita e anche l’educazione che è fondamentale ed è ormai quasi del tutto sparita.
Infine, se dovessi indicare un artista contemporaneo anni ’80 e uno del 2012 direi
“Oggi io: Angelo Bucarelli, negli anni ’80 il fenomeno Warhol, il personaggio, molto
oltre all’ossessione della riproducibilità dei suoi quadri.”


Nessun commento:

Posta un commento